La nota dell’Unione dei Medici in merito al metodo Stamina sarebbe dovuta arrivare molti mesi fa, certamente quando i primi giudici hanno imposto il trattamento con il metodo Stamina. Il presidente Umi, Francesco Falsetti, richiama l’attenzione sul codice deontologico, che all’articolo 13 cita testualmente: ‘Sono vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinicoscientifica, nonché di terapie segrete’, in altre parole il metodo Stamina di Vannoni ed Andolina.
Per Falsetti solo oggi ci sarebbe la novità circa la mancanza di una sicura validazione scientifica; ma che si trattasse di un metodo volutamente tenuto segreto da Stamina si sa ormai da mesi, ben prima del parere negativo espresso dalla commissione ministeriale per la valutazione dei protocolli per la sperimentazione clinica. L’Associazione Luca Coscioni aveva ribadito da sempre che la prescrizione delle infusioni Stamina violava il codice deontologico. Falsetti sostiene ancora che le ordinanze della magistratura hanno meno potere vincolante rispetto al codice deontologico medico: e allora perché non si sono espressi prima per dare una direzione univoca agli ospedalieri?
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.