“Sentenza storica. Il Parlamento ora legalizzi l’eutanasia”

Marco Cappato e Dj Fabo Liberi Fino Alla Fine

L’aiuto medico al suicidio non è più un reato nel nostro Paese.

Nella sentenza 242/2019 oggi pubblicata, la Corte costituzionale ha stabilito che, in alcune determinate condizioni, un malato sottoposto a sofferenze insopportabili può essere aiutato a morire, e che tale aiuto debba essere fornito dal Sistema Sanitario Nazionale.

“E’ una sentenza di portata storica, che cancella, in nome della Costituzione repubblicana, la concezione da Stato etico che ha ispirato il Codice penale del 1930” – dichiara Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni, difensore e coordinatrice nel collegio di difesa a Marco Cappato.

“La Corte dichiara che l’art. 580 cod. pen. deve essere dichiarato, dunque, costituzionalmente illegittimo, per violazione degli artt. 2, 13 e 32, secondo comma, Cost., nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste dagli artt. 1 e 2 della legge n. 219 del 2017 – ovvero, quanto ai fatti anteriori alla pubblicazione della presente sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, con modalità equivalenti nei sensi dianzi indicati –, agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.”( sentenza considerato in diritto p.8)”

“La sentenza è direttamente applicativa perchè rende le leggi già esistenti corrispondenti al dettato costituzionale confermando la libertà di scelta nel fine vita del malato in determinate condizioni che sceglie il suicidio assistito” continua Gallo.

La corte inoltre rende noto che condizioni procedurali introdotte con la sentenza della Consulta valgono esclusivamente per i fatti ad essa successivi. Quindi per i processi in corso (Caso Fabiano Antoniani imputato Marco Cappato -MILANO- e caso Davide Trentini imputati Mina Welby e Marco Cappato – MASSA), occorrerà che l’aiuto al suicidio sia stato prestato con modalità anche diverse da quelle indicate, ma che diano garanzie sostanzialmente ad esse equivalenti; in particolare quanto a verifica medica delle condizioni del paziente richiedente l’aiuto, modi di manifestazione della sua volontà e adeguata informazione sulle possibili alternative.

“Rimane ancora un tratto di strada da compiere per il pieno rispetto della libertà e responsabilità individuale nelle scelte di fine vita. La Corte costituzionale si è espressa sull’aiuto fornito a una persona (Fabiano Antoniani) che era dipendente da un trattamento sanitario che lo teneva in vita, ma lo stesso diritto deve essere riconosciuto -come anche sostenuto dal parere di maggioranza del Comitato Nazionale di Bioetica- anche ai malati che non sono “attaccati a una macchina”, ma che possono trovarsi in condizioni di non inferiore sofferenza e irreversibilità della malattia, come ad esempio può accadere alle persone malate di cancro. Da questo punto di vista, un passaggio fondamentale per fare chiarezza sarà il processo in corso a Massa nei confronti di Marco Cappato e Mina Welby per la morte di Davide Trentini, la cui prossima udienza si terrà il 5 febbraio” conclude Filomena Gallo.

“Come Associazione Luca Coscioni, ci battiamo per chiedere finalmente al Parlamento di discutere e decidere sulla proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia, depositata oltre 6 anni fa da oltre 131mila cittadini, e da allora mai discussa. Si può continuare a firmare su www.eutanasialegale.it”. Il commento di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni”.

Se il Parlamento dovesse continuare a girare la testa dall’altra parte, la disobbedienza civile di Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli proseguirà nel caso di richiesta d’aiuto a morire da parte di persone affette da patologia irreversibile e sofferenza insopportabile. Al momento sono 791 le persone che si sono rivolte a loro in forma non anonima per un aiuto nel fine vita. Se contassimo anche chi li ha contattati in forma anonima, il numero si quadruplicherebbe.

➡ QUI la Scheda della sentenza della Corte costituzionale