Dichiarazione di Mirella Parachini, ginecologa, membro di giunta dell’Associazione Coscioni
Confermo, per quanto a mia conoscenza, la notizia secondo la quale la Exelgyn Laboratoires presenterà il 7 novembre la richiesta di autorizzazione e commercializzazione del mifepristone (Ru486) anche in Italia.
Tale procedura può finalmente attivarsi grazie al meccanismo del mutuo riconoscimento a cui l’Italia deve attenersi dopo la decisione del Consiglio d’Europa – presa nel mese di giugno – di recepire le indicazioni dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMEA).
Dopo quasi trent’anni dall’approvazione della legge 194 sull’aborto potremo finalmente vedere applicato l’articolo 15 che prevede l’aggiornamento delle tecniche meno invasive per le donne.
L’Italia resta uno dei pochissimi paesi in cui persiste il tabù della ru486. Persino il Portogallo, che da pochissimi mesi ha disciplinato la normativa sull’IVG, ha già registrato il farmaco.
L’introduzione della pillola abortiva ci era stata promessa per la primavera 2007. Ora, se il procedimento non sarà ostacolato, si parla della primavera 2008: un anno dopo. Tra i veti Vaticani e il boicottaggio dei burocrati genuflessi (in primo luogo politici), speriamo di vedere finalmente affermato il diritto della donna di decidere liberamente tra i metodi che la medicina mette a disposizione.