Dichiarazione di Rocco Berardo, tesoriere dell’Associazione Coscioni
La strumentalità con la quale si vuole procedere nei confronti del medico Silvio Viale, rappresenta lo sforzo finale, l’ultimo colpo di coda, di chi vuole tentare di ritardare l’utilizzo della Ru486 anche in Italia, visto l’impiego che già avviene in tutto il resto d’Europa.
Possiamo riporre la massima fiducia nella magistratura che su questi temi ha saputo anteporre i diritti costituzionalmente garantiti a qualsiasi altra questione legata a concetti astratti di "Vita". Se l’accusa a Silvio Viale è quella di aver consentito l’uscita dall’ospedale delle donne che avevano assunto la pillola Ru486, ciò dimostra solo quanto correttamente si sia comportato il medico Viale nel rispetto anche della volontà della paziente, oltre che dell’Agenzia Europea del farmaco che non prevede alcun ricovero, tantomeno – e ci mancherebbe – coatto, in caso di assunzione della pillola Ru486.