Il giudice accoglie integralmente la richiesta di “Libera”

Ordinanza tribunale

Il giudice ordina all’azienda sanitaria la fornitura della strumentazione e dei farmaci entro 15 giorni. Respinte le obiezioni del Governo

Dopo i pareri negativi degli organismi istituzionali sull’esistenza di un macchinario idoneo per “Libera”, l’USL competente ha individuato, tramite una ditta produttrice e ESTAR, la tecnologia adatta a far attivare la pompa infusionale per il farmaco letale tramite un puntatore oculare

A seguito dell’udienza tenutasi ieri, il tribunale di Firenze ha accolto integralmente le richieste di “Libera”, la donna di 55 anni affetta da sclerosi multipla primaria progressiva, completamente paralizzata dal collo in giù e già ammessa dalla sua ASL alla procedura di suicidio medicalmente assistito.

Con un’ordinanza di straordinaria importanza civile e giuridica, il tribunale di Firenze (Quarta sezione civile, giudice dott. Umberto Castagnini) ha ordinato all’Azienda USL Toscana Nord Ovest di fornire entro 15 giorni la strumentazione necessaria all’autosomministrazione, verificandone la funzionalità e la compatibilità, attraverso una pompa infusionale attivabile con sensore di comando o puntatore oculare o altra modalità idonea; e di rendere disponibili farmaci e dispositivi al medico di fiducia di “Libera”, che la assisterà durante la procedura.

Il tribunale ha richiamato le sentenze n. 242/2019 e n. 132/2025 della Corte costituzionale, sottolineando che il Servizio sanitario nazionale ha l’obbligo di reperire e fornire “prontamente” i dispositivi necessari a garantire l’esercizio del diritto, nel rispetto dei principi di dignità, libertà di scelta e non discriminazione tra pazienti.

Il giudice aveva stabilito che entro l’8 ottobre venissero trasmesse informazioni “relative all’esistenza e alla concreta reperibilità di strumenti di autosomministrazione per via endovenosa attivabili mediante comando vocale o oculare e altre modalità compatibili con le condizioni cliniche di ‘Libera’”. Tuttavia, entro tale termine erano pervenute soltanto risposte negative o interlocutorie.

Solo in data 14 ottobre 2025, ESTAR – l’Ente di supporto tecnico-amministrativo regionale – tramite l’USL, ha comunicato di aver concluso un’indagine di mercato tra imprese operanti nel settore degli ausili tecnici per persone con disabilità. Da tale indagine è emersa la disponibilità di una ditta a fornire un comunicatore con puntamento oculare in grado di attivare pompe infusionali.

ESTAR ha precisato che “sono attualmente in corso gli approfondimenti tecnici e giuridici” per verificare la conformità del prodotto alla normativa nazionale e regionale in materia di dispositivi medici. Nel corso dell’udienza, a seguito delle informazioni trasmesse da Estar sull’esistenza di un dispositivo attivabile tramite puntatore ottico in grado di azionare pompe infusionali, la difesa di “Libera” ha accolto favorevolmente questa possibilità, chiedendo che la messa a disposizione avvenisse in tempi brevi, in considerazione dell’intollerabilità delle sofferenze della paziente.

L’Azienda sanitaria, rappresentata dall’avvocato Luca Cei, ha manifestato massima disponibilità a tale scopo, mentre l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Ministero della Salute, ha evidenziato anche tramite “Note di udienza” (non autorizzate) che la competenza operativa in materia spetta al Servizio sanitario regionale, e non allo Stato, contraddicendosi palesemente anche con il ricorso presentato contro la legge regionale toscana 16/2025, nel quale il Governo contesta proprio la competenza regionale. L’ordinanza, che richiama le sentenze della Corte costituzionale n. 242/2019 e n. 135/2025, riconosce il pieno diritto di “Libera” all’autodeterminazione terapeutica, stabilendo che spetta al Servizio sanitario nazionale assicurare la concreta possibilità di esercitare tale diritto, rimuovendo gli ostacoli materiali e burocratici che ne impediscono l’attuazione.

Il giudice ha evidenziato l’urgenza della misura, fissando un termine perentorio di 15 giorni “in considerazione delle condizioni cliniche della paziente e della situazione di intollerabile sofferenza”.

↓ IL COMMENTO DI FILOMENA GALLO ↓

Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, che coordina il collegio di difesa di “Libera” (composto anche dagli avvocati Francesca Re, Alessia Cicatelli, Angioletto Calandrini, Rocco Berardo e dal professor Giacomo D’Amico), ha dichiarato: “Questa decisione del tribunale di Firenze rappresenta un passo di civiltà e di coerenza giuridica. Il giudice ha riaffermato che il diritto all’autodeterminazione nelle scelte di fine vita non può restare solo teorico, ma deve essere reso effettivo attraverso il dovere dello Stato e del Servizio sanitario di garantire tutti i mezzi necessari. ‘Libera’ ha lottato non per sé soltanto, ma per tutte le persone che, pur pienamente coscienti, si trovano prigioniere del proprio corpo e chiedono solo di poter esercitare liberamente un diritto riconosciuto dalla Corte costituzionale. È una pronuncia che tutela la dignità umana e rafforza lo Stato di diritto, insieme alla possibilità di concreta applicazione della sentenza ‘Cappato’. Va ora fermata la legge proposta dal Governo che mira a cancellare i diritti esistenti”.

Da anni sono immobile in un letto e vivo una sofferenza senza tregua. Oggi spero, finalmente, di poter scegliere davvero: di essere io, anche se paralizzata, con l’aiuto della tecnologia, ad azionare il dispositivo che porrà fine al mio dolore. È la mia libertà, fino alla fine. 

“Libera”, la donna di 55 anni affetta da sclerosi multipla primaria progressiva, ha commentato così la decisione del giudice del tribunale di Firenze che ha ordinato alla ASL di fornirle la strumentazione e i farmaci per il “suicidio assistito” entro 15 giorni.

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “’Libera’ non ha soltanto conquistato una libertà per sé stessa – potendo finalmente decidere se, come e quando essere aiutata a morire senza soffrire. Ha anche ottenuto dalla giustizia italiana, contro la posizione del Governo, un precedente fondamentale per le persone nelle sue condizioni: una persona non potrà più essere discriminata nell’accesso all’aiuto alla morte volontaria in ragione della sua disabilità grave. Mi auguro che il Parlamento ne prenda atto”.