Intervento dell’on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali e membro della Giunta dell’Associazione Coscioni
Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo con cui si recepisce la direttiva europea che uniforma a livello comunitario gli standard di qualita’ e sicurezza delle cellule e dei tessuti (2004/23/CE). E dispiace registrare l’ennesimo veto del ministro della Salute, Livia Turco, per la conservazione delle staminali del cordone ombelicale negli istituti privati.
Gia’ la Commissione Affari Sociali della Camera, in sede di parere, aveva sollecitato il Governo perche’ prevedesse "di includere tra gli istituti di tessuti, accreditati e autorizzati, anche le banche di tessuti privati", accogliendo le obiezioni che il ministro per le Politiche Comunitarie, Emma Bonino, aveva sollevato in un Consiglio dei ministri a luglio.
Oggi prendo atto che il ministro Turco ha deciso di non tener conto del parere della Camera, rendendo inutile il lavoro della commissione Affari Sociali dove il parere in merito era stato unanime. E’ evidente che questa decisione avra’ conseguenze politiche.
Il recepimento della direttiva Ue non riguardava la conservazione delle cellule staminali del cordone in banche private per uso autologo (oggi vietata da un’ordinanza ereditata dal ministero del Governo precedente e rinnovata alacremente da quello attuale), ma di permettere che la conservazione di cellule e tessuti, come gia’ prevede la legge 219 sul sangue, oltre che negli istituti pubblici, sia consentita in quelli privati no-profit e privati profit. E purtroppo devo rilevare che nei confronti del privato profit si tratta di un pregiudizio ideologico, visto che le garanzie di qualita’ e sicurezza le dettano le norme e la capacita’ dei singoli nell’applicarle, non certo la ragione sociale di un istituto.
Il ministro Turco ha ritirato qualunque obiezione che le banche private siano previste in altri provvedimenti legislativi, per esempio nel disegno di legge sul cordone ombelicale in discussione al Senato o in quello sul parto in discussione alla Camera. Cioe’ il ministro ha fatto come Ponzio Pilato: nell’ordinanza ereditata dal Governo precedente ha sancito un divieto, nel contempo ha detto che il Parlamento puo’ decidere il contrario. Grazie del permesso, signor ministro, ma evidentemente si e’ scordata che sul testo sul parto -in cui si prevede il diritto di donazione e conservazione autologa del cordone- lei medesima aveva espresso parere favorevole; l’unica cosa che manca a quel testo, casomai, e’ la copertura economica, visto che quella indicata dal suo ministero non soddisfaceva i suoi colleghi dell’Economia. Risultato: un testo approvato all’unanimita’ in commissione non puo’ arrivare in aula. Un gesto di apertura concreto sarebbe individuare la copertura economica per quella legge! Ma forse sono troppo concreta….