Nella lettera inviata al presidente della regione Puglia, Andrea Trisciuglio, coordinatore della cellula coscioni di Foggia, ricorda i benefici che si possono trarre dall’utilizzo dei cannabinoidi nel superare i sintomi della sclerosi multipla e le difficoltà burocratiche ed economiche che il malato deve sobbarcarsi per aquistare all’estero tali farmaci. Infine chiedendo al presidente di dare il via libera ai cannabinoidi si evidenzia il risparmio che la sanità regionale conseguirebbe utilizzando tali farmici.
Riportiamo alcuni stralci della lettera:
Spett.le REGIONE PUGLIA
Preg.mo Presidente, la prego di dedicare qualche minuto del suo certamente prezioso tempo alla lettura di questa mia richiesta: mi chiamo Andrea Trisciuoglio, sono di Foggia e ho 31 anni. Il 20 febbraio 2006 mi venne diagnosticata la sclerosi multipla: una malattia cronica che in molte occasioni mi ha obbligato ad ausili per poter deambulare; che mi ha visto disteso sul letto di un ospedale con una flebo legata al braccio per contrastare quei fortissimi dolori che colpivano il mio corpo; che ti obbliga a fermarti dopo un certo numero di metri per riposare quelle tue gambe diventate di pietra. Potrei raccontarle ancora a lungo degli effetti che la sclerosi multipla mi crea.
Ma le voglio parlare di ciò che mi aiuta a far rimanere solo un brutto vecchio ricordo molti miei sintomi: il Bedrocan. Il bedrocan è uno di quei farmaci cannabinoidi (utilizzati in tutta Europa ma in Italia no) che producono significativi miglioramenti nella deambulazione nonché un miglioramento soggettivo riferito a sintomi quali il dolore, gli spasmi muscolari, la spasticità, i disturbi del sonno. Faccio presente che siamo circa 58 mila pazienti affetti da sclerosi multipla (un nuovo caso ogni 4 ore) e chi decide di sottoporsi a terapia, inizia solitamente con interferoni (farmaci che nascono per contrastare l’epatite B). Un farmaco che ho iniettato nel mio corpo 300 volte con i relativi effetti collaterali post infusione.
La ricerca conferma che i cannabinoidi hanno un ottimo profilo di tollerabilità con scarsa incidenza di effetti collaterali.
Chi intende utilizzare questi farmaci dovrebbe richiederne l’importazione da un Paese estero dove sono regolarmente registrati, pagandoli a proprie spese e ogni confezione costa 480 euro. Così un malato di sclerosi multipla italiano non può usare un farmaco approvato dall’Organizzazione Mondiale della Santità e il suo costituzionale diritto a curarsi è accompagnato da una fattura da seicento euro.
Il sottoscritto viene sottoposto mensilmente a flebo di natalizumab (Tysabri nome commerciale) il cui costo è di 3.000 euro. Faccio presente, inoltre, che tutti i farmaci oggi in commercio nascono per il trattamento medico di altre patologie (vd. il troppo utilizzato interferone che costa dai 1.400 euro). Le dico questo perchè anche le ASL ne troverebbero un risparmio economico.
Sarebbe un gesto di grandissima civiltà e di attenzione verso chi è affetto da una malattia, da parte della Regione Puglia alzare il sipario su questa faccenda tutta italiana rilasciando alle ASL pugliesi il proprio "via libera" ai cannabinoidi.
Colgo l’occasione per porgere cordiali saluti.
Andrea Trisciuoglio
Coordinatore cellula coscioni di Foggia