Appello al Governo: “Non difendete davanti alla Corte il divieto di aiuto al suicidio”

Marco Cappato Filomena Gallo Mina Welby camera dei deputati 16/03/2018 conferenza stampa appello al governo contro intervento in corte costituzionale sull'aiuto al suicidio

Tra i primi firmatari Roberto Saviano, Selvaggia Lucarelli, Paolo Veronesi (Docente di diritto costituzionale dell’Università di Ferrara), Emilio Dolcini (Professore emerito di diritto penale dell’Università di Milano Emilio Dolcini), il matematico Piergiorgio Odifreddi, il ginecologo Carlo Flamigni.

E’ stata pubblicata mercoledì 14 marzo in Gazzetta ufficiale l’ordinanza di remissione degli atti alla Corte Costituzionale da parte della Corte d’assise di Milano. Il Governo ha 20 giorni di tempo dalla pubblicazione – dunque fino al 3 aprile – per decidere di costituire l’avvocatura dello Stato nel procedimento sollevato dalla Corte d’Assise di Milano per il processo a carico di Marco Cappato.

Questa mattina, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ha tenuto una conferenza stampa alla Camera dei Deputati per presentare un appello in cui si chiede al Governo di non intervenire a favore delle norme che vietano l’aiuto al suicidio.

I primi firmatari sono il docente di diritto costituzionale dell’Università di Ferrara Paolo Veronesi, il Professore emerito di diritto penale dell’Università di Milano Emilio Dolcini, il matematico Piergiorgio Odifreddi, il ginecologo Carlo Flamigni, lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Selvaggia Lucarelli.

“In termini di diritto positivo – ha ricordato Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni e coordinatore del Collegio di difesa nel processo Cappato-DjFabo, l’intervento governativo non è obbligatorio, né obbligatoriamente va svolto a difesa della legge impugnata. L’articolo del Codice penale all’esame della Consulta è stato promulgato in altra epoca, precedente alla stessa Costituzione, e non è dunque in alcun modo collegato con l’attività dell’attuale Governo; chiediamo dunque al Governo in carica – che pure avrebbe piena legittimità di costituzione in giudizio – di rimettere alla Corte costituzionale la valutazione sulla costituzionalità della legge”.

“La piena discrezionalità del Governo è tale da rendere pienamente politica la scelta se difendere o meno davanti alla Corte costituzionale il reato di aiuto al suicidio – ha aggiunto Marco Cappato -. Dopo settimane nelle quali si è parlato e straparlato di fascismo e antifascismo, sarebbe importante liberarsi il prima possibile di ciò che del Regime fascista è sopravvissuto, a partire dalla concezione di Stato etico che ancora ispira tante delle proibizioni contro la libertà e responsabilità di scelta individuale”.

“Sono felice dell’iniziativa di queste personalità, e spero sia un’occasione per avviare una riflessione che investa l’opinione pubblica e i giuristi sull’adeguatezza delle leggi in vigore”, ha concluso Mina Welby, Co-presidente Associazione Luca Coscioni.