La Commissione Federale di Controllo e Valutazione dell’Eutanasia (FCEE) ha pubblicato i dati riguardo i casi di eutanasia segnalati nell’anno 2023.
I dati si riferiscono ai documenti di registrazione esaminati dalla Commissione per i pazienti sottoposti a eutanasia nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023. Un’analisi dettagliata delle eutanasie dichiarate nel 2023 sarà incluso nella relazione biennale della Commissione (dati 2022-2023) che sarà pubblicata nel corso dell’anno.
➡ I numeri
Nel 2023, la Commissione ha ricevuto 3.423 documenti di segnalazione dell’eutanasia. Il numero è aumentato del 15% rispetto al 2022. La percentuale di decessi dichiarati per eutanasia segnalati nel 2023 è stata pari al 3,1% (rispetto al 2,5% del 2022) di tutti i decessi in Belgio, secondo i dati pubblicati dall’Istituto di Statistica Statale a gennaio 2024.
➡ Lingua di immatricolazione
Il 70,8% dei documenti di immatricolazione era in olandese, contro il 29,2% in francese. Notiamo un aumento più o meno simile in entrambe le lingue: si registra un +16% per l’olandese e un +14% per quelle in francese).
➡ Età
Il 70,7% dei pazienti aveva più di 70 anni e il 42,1% aveva più di 80 anni. Il numero di eutanasie somministrate ai pazienti di età inferiore ai 40 anni è rimasto molto limitato (1,1%). Sono stati, infatti, soprattutto gli over 60 a richiedere di terminare la propria vita attraverso l’eutanasia (74,7%). Tra le coorti di età, quella con più richiedenti è stata quella compresa tra 70 e i 79 anni (28,6%).
Nel 2023 è stata registrata una segnalazione riguardante l’eutanasia per un paziente minorenne.
➡ Luogo del decesso e presenza di disposizioni anticipate di trattamento
Nel 2023, la percentuale di eutanasia praticata a domicilio è tornata a diminuire leggermente (il 48,6% rispetto al 50,5% del 2022), mentre quella praticata in centri di assistenza residenziale ha continuato ad aumentare (il 17,6% rispetto al 16,4% del 2022).
Stabile la percentuale di eutanasia praticata negli ospedali e nei reparti di cure palliative (il 32% rispetto al 31,8% del 2022).
Lo 0,6% delle eutanasie è stato effettuato sulla base di una direttiva anticipata di trattamento di pazienti irreversibilmente incoscienti.
➡ Prossimità alla morte del paziente
Nella stragrande maggioranza dei casi (79,2%), il medico si aspettava la morte nel prossimo futuro (paziente terminale).
Nel gruppo di pazienti la cui morte non era prevista nel prossimo futuro (pazienti non terminali), i pazienti affetti da polipatologia sono maggiormente rappresentati, mentre i pazienti oncologici sono stati molto raramente considerati non terminali.
➡ Natura della malattia
Si possono individuare alcune principali categorie di malattie che hanno spinto i pazienti a scegliere l’eutanasia:
- nel 55% dei casi, il paziente era affetto da neoplasie o da tumori;
- il 23,2% aveva una combinazione di più malattie croniche e incurabili (polipatologie);
- nel 9,6% dei casi, il paziente soffriva di malattie del sistema nervoso, come la SLA o il morbo di Charcot;
- nel 3,2% delle eutanasie, il paziente aveva problemi di natura circolatoria, come quelli cerebrovascolari o CVA;
- il 3% soffriva di malattie respiratorie, principalmente fibrosi polmonare;
- per l’1,4% dei casi, il paziente pativa di disturbi psichiatrici come disturbi dell’umore;
- i disturbi cognitivi come il morbo di Alzheimer erano presenti nell’1,2% dei pazienti;
- lo 0,7% soffriva di malattie del sistema osseo-muscolare e del tessuto connettivo (ad es. artropatie o miopatie);
- lo 0,6% pativa di lesioni, avvelenamenti e alcune altre conseguenze di cause esterne come una complicazioni dopo un intervento chirurgico.
- tutte le altre categorie di malattie rappresentano, invece, l’1,2%.
Il gruppo di pazienti più importante in termini di numero è quello dei pazienti con una malattia oncologica. Si trattava principalmente di tumori dell’apparato digerente (come lo stomaco, del colon), dell’apparato respiratorio (come il polmone), della mammella e dei tessuti linfoidi, ematopoietici e correlati (come la leucemia).
Dopo le malattie oncologiche, la polipatologia (come una combinazione di insufficienza cardiaca allo stadio terminale NYHA 3-4, l’emiplegia dovuta a ictus e carcinoma polmonare metastatico) è stata la causa principale per richiedere l’eutanasia.
Nel 2023, il numero di eutanasie applicato ai pazienti sulla base della polipatologia è aumentato a 793 pazienti (ossia il 23,2% del totale) rispetto a 528 pazienti (pari al 19,6%) nel 2022.
Le richieste di eutanasia sulla base di disturbi psichiatrici sono leggermente aumentate, ma sono rimaste eccezionali (rappresentano l’1,4%)così come sono rimaste stabili quelle alla base di disturbi cognitivi (1,2%). In tutti questi casi, si poteva stabilire che i requisiti legali erano stati soddisfatti (una richiesta ponderata e ripetuta formulata da un paziente che era in grado di dare il consenso, condizione medica disperata, sofferenza insopportabile, persistente e senza sollievo causata da una malattia grave e incurabile).
➡ Sofferenza del paziente
Nella maggior parte dei pazienti (il 76,2%) è stata osservata una sofferenza sia fisica che psicologica. Attenzione, la sofferenza psicologica e la malattia psichiatrica non devono essere confuse.
Solo la sofferenza psicologica, infatti, è il risultato di disturbi sia psichiatrici che somatici. Ad esempio: un malato di cancro la cui sofferenza fisica è alleviata dagli antidolorifici può soffrire psicologicamente per la perdita di dignità o di autonomia.
Tutte le sofferenze erano sempre il risultato di una o più condizioni gravi e incurabili.
➡ Pazienti residenti all’Estero
Secondo la parte II* del documento di segnalazione, nel 2023, 110 pazienti residenti all’estero si sono recati in Belgio per veder accolte le loro richiesta di eutanasia secondo le condizioni della legge belga. Poiché non è obbligatorio per legge menzionare il luogo di
residenza del paziente nella parte II, si tratta di un numero minimo.
Si trattava di pazienti affetti da condizioni come una malattia del sistema nervoso, una malattia oncologica o la polipatologia. Il 60% dei decessi era previsto nel prossimo futuro (terminale), l’età dei pazienti era principalmente compresa tra i 50 e gli 89 anni.
Questi pazienti provenivano principalmente dalla Francia (101)**. Gli altri paesi elencati erano Germania, Paesi Bassi, Spagna, Inghilterra, Italia e Corea del Sud.
➡ Decisioni
La Commissione ha ritenuto che tutti i documenti di registrazione ricevuti fossero conformi ai requisiti essenziali della legge. Pertanto, non è stato necessario inviare un fascicolo al pubblico ministero per ulteriori indagini.
➡ Note
* Il modulo di segnalazione consiste in 2 parti. La prima – anonima – contiene tutti l’informazione sulla procedura seguita dal medico curante. Solo nel caso che detta informazione è insufficiente la Commissione analizza anche la seconda parta che contiene i dati del paziente.
** La ragione è la conoscenza della lingua francese. Quindi non serve un interprete, che è il caso per chi non parla una delle due lingue olandese o francese. In ogni caso richieste di malati psichiatrici, che non comprendono dette lingue, non sono accolte.
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.