Aborto: Cappato “Riformare la 194 per aprire a strutture private. Proibire analisi prenatale sarebbe scelta criminogena”

Dichiarazione di Marco Cappato, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni e parlamentare europeo radicale

Roma, 2 gennaio 2008

La legge sull’aborto non è per noi radicali né un totem né un tabù. Verificare l’impatto del progresso tecnologico sul rispetto della legge è certo opera utile e doverosa, non solo relativamente alle mutate possibilità di sopravvivenza del feto fuori dall’utero, ma anche rispetto alle tecniche abortive disponibili, prima tra tutte la RU486, e alle tecniche di analisi prenatale e preimpianto.

La contraddizione tra le linee guida della legge 40 sulla fecondazione assistita, che ostacolano abusivamente l’analisi gentica pre-impianto, e la legge 194, che consente l’analisi pre-natale e l’aborto, va risolta a favore della seconda, attraverso una riforma delle linee guida della legge 40 che chiarisca le modalità attraverso le quali la donna può ricorrere all’analisi pre-impianto. Il proibizionismo sulle analisi pre-impianto e pre-natali – se anche non passasse per sanzioni penali, come lo stesso Giuliano Ferrara dice di non volere – sarebbe comunque una scelta criminogena perché si tradurrebbe in una ripresa degli aborti clandestini in Italia e all’estero.

Per quanto riguarda il mancato rispetto della legge 194, l’Associazione Luca Coscioni – che terrà il proprio congresso a Salerno dal 15 al 17 febbraio – si batte per rafforzare le garanzie ed il rispetto dei diritti della donna attraverso:
– il miglioramento nella diffusione di informazioni sulle misure di contraccezione;
– l’estensione della possibilità di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza alle strutture sanitarie private;
– il rispetto di tempi certi da parte delle strutture che debbono assicurare l’intervento;
– la legalizzazione delle tecniche meno invasive già operanti in molti altri Paesi europei, come la pillola RU-486, che dovrebbe comunque essere autorizzata dall’AIFA.