È stata costituita nel Regno Unito la Coalizione per il Suicidio Assistito (Assisted Dying Coalition – ADC). La coalizione farà la campagna per il riconoscimento legale del diritto a morire volontariamente per persone che hanno un desiderio chiaro e deciso di terminare la vita quando la loro malattia è terminale o soffrono insopportabilmente. La coalizione è composta da sei associazioni e ne fanno parte anche medici e infermieri.
Nel Regno Unito il dibattito sul fine-vita volontario si è riacceso dopo la sentenza della Corte di Appello, che ha rigettato la richiesta di un malato, Noel Conway, di potersi suicidare con l’assistenza di un medico. Secondo Conway, la legge prevede la suddetta possibilità quando il decesso è previsto entro sei mesi e il malato ha ancora la capacità di decidere in modo volontario e chiaro dopo essere stato informato adeguatamente.
La Corte ha concluso che non spettava a lei di determinare la necessità e la proporzionalità di un divieto generale. Ha evidenziato che lo schema proposto da Conway era inadeguato per proteggere le persone deboli e vulnerabili e non prestava peso sufficiente alla santità della vita e al potenziale rischio di minare la fiducia tra medico e paziente. Conway si rivolgerà alla Corte Suprema per ottenere giustizia.
Dal 2015, l’ultima volta che il Parlamento britannico ha discusso una proposta di legge sul suicidio assistito, 233 malati (più di uno ogni settimana) sono andati in Svizzera per terminare la loro vita. Altre magliaie di persone non hanno la possibilità economica o fisica di recarsi in Svizzera. Oltre 1.500 britannici sono soci di una delle organizzazioni svizzere che assistono i malati a morire in modo dignitoso. Quasi l’80% della popolazione è a favore della legislazione del suicidio assistito (Fonte ISO/Economist 2015).
Da un sondaggio tra 1.000 medici, effettuato da medeConnect nel gennaio scorso, risulta che il 55% era del parere che le Associazioni dei Medici dovrebbero adottare una posizione di neutralità per quanto riguarda il suicidio assistito di persone adulte, capaci di intendere e volere, in modo che ogni punto di vista è rappresentato. Il 32%, invece, era a favore di un aggiornamento della legge, il 33% contrario e il 34% era neutrale o non aveva un’opinione.
Il 43% dei medici opterebbe personalmente per il suicidio assistito nel caso di una malattia terminale che causa sofferenze intollerabili, il 27% era contrario mentre il 29% non aveva un’opinione.
Fonti: The Guardian, Press Association e World Federation Right to Die Societies.
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.