Marco Gentili audito dalle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali

Grazie dell’invito.

Intervengo oggi non soltanto come Co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, ma anche come una delle persone che hanno depositato, con Filomena Gallo, Mina Welby, Marco Cappato e altri, in Corte di Cassazione il quesito referendario per la legalizzazione dell’eutanasia, sul quale inizieremo ora la raccolta firme a breve. Non riteniamo infatti che ci sia in Parlamento la volontà politica di andare al cuore della questione della disponibilità della vita approvando una legge che regolamenti l’eutanasia sul modello di quanto fatto nelle scorse settimane dal Parlamento spagnolo.

La mia e nostra opinione è che il nuovo testo depositato dai relatori sia del tutto insufficiente, perché si limita a ratificare ciò che la Corte già aveva deciso e che ha già valore di legge immediatamente applicabile. In particolare, se si ritiene che soltanto chi è “tenuto in vita da trattamenti di sostegni vitale” possa accedere all’aiuto a morire, ciò significa escludere proprio una persona come me. Io stesso, infatti, nel momento in cui un giorno dovessi ritenere non più sopportabile la mia condizione, sarei di fatto costretto a sottopormi a un Trattamento Sanitario forzato come quello di una tracheotomia, per poi poter chiedere di morire.

Anche quella dei malati terminali di cancro – cioè la tipologia più frequente di malati chiedono l’eutanasia – resterebbe esclusa dalla legge, in quanto non “tenuta in vita” da trattamenti sanitari. Sarebbero infine esclude le persone con disabilità così grave da non poter togliersi la vita da sole, pur essendo “tenuti in vita” da terapie, perché comunque il nuovo testo dei relatori esclude l’intervento attivo da parte del medico.

Rispetto alla sentenza della Consulta, dal nostro punto di vista le uniche questioni da sottolineare sono di segno negativo, come ad esempio la mancata esplcitiazione del carattere “non vincolante” del parere espresso dal Comitato etico, e la mancata menzione del principio di silenzio-assenso, che è invece indispensabile per impedire ai Comitati etici di paralizzare la procedura.

A nostro avviso, il testo base dovrebbe essere quello depositato quasi 8 anni fa da 67.000 cittadine e cittadini, che propone la legalizzazione dell’eutanasia sul modello olandese.

Visti i tempi del Parlamento e l’inadeguatezza del testo base, dal 30 giugno inizieremo la raccolta firme su un referendum parzialmente abrogativo dell’articolo 579 del codice penale, aprendo così la strada alla depenalizzazione dell’eutanasia. Purtroppo, nonostante la pandemia, si continua ad impedire di sottoscrivere online le iniziative popolari legislative e referendarie, nonostante la condanna ottenuta dall’Italia in sede Onu su ricorso Staderini De Lucia sulle procedure discriminatorie previste per le raccolte firme. Su questo mi sono rivolto al Ministro Vittorio Colao per chiedere che fosse inserito il riconoscimento delle sottoscrizioni online nel Decreto Semplificazioni. Così non è stato.

Stamattina mi sono spostato da Tarquinia a Roma per fare un presidio davanti al Ministero di Colao, e ora vi chiedo (con altre 1.400 persone che hanno firmato un appello pubblico) di attivarvi affinché sia emendato il decreto semplificazioni in tempo utile per l’avvio della campagna referendaria, in modo da riconoscere la sottoscrizione per via telematica.