Intervista a Luigi Frati- Il rettore della Sapienza accusa Stamina: “Ho visto il protocollo, è il nulla”

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Libero quotidiano
Rita Cavallaro

«Sentire i familiari di persone che soffrono esula da un metodo reale, che si deve basare sull`applicazione pratica di plausibilità. Ho visto il protocollo ed è il nulla». Solleva molti dubbi il rettore dell`Università La Sapienza di Roma, Luigi Frati, sul nuovo comitato scientifico che dovrà valutare il metodo Stamina di Davide Vannoni. Frati, lo scorso agosto, aveva firmato la lettera inviata da 20 scienziati al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in cui i luminari chiedevano che il protocollo fosse reso pubblico. E ora che il rettore quel protocollo l`ha letto non ha potuto fare a meno di criticarne la validità e le prese di posizione del presidente del nuovo team che deciderà su Stamina, Mauro Ferrari, che ha già sollevato polemiche per alcune apparizioni in tv, in cui ha detto che il metodo è «il primo caso importante di medicina rigenerativa in Italia». 

Professore, cosa non va nel protocollo? «I protocolli scientifici si devono basare su molteplici esami e su tutta una serie di analisi che portino a risultati concreti. E nel caso di Staminanon esiste un`applicazione pratica di plausibilità. Questo lo dimostra gala prima relazione».

Per cui il nuovo comitato è inutile? «Credo che il ministro Lorenzin stia facendo bene, però, nominare presidente Ferrari, che non è un medico, non credo sia un passo in avanti. Mi aspettavo un comitato presieduto da scienziati di livello». 

Ad esempio? «Mi riferisco a Napoleone Ferraro, scienziato italo americano, esperto di angio genesi. Ci sono altre eccellenze, comunque. Invece hanno scelto una persona che non è neanche medico, forse perché dà l`idea che sia più equo.Invece ha subito sbagliato».

Sotto quale punto di vista? «Ha parlato coi giornalisti quando aveva l`obbligo della riservatezza. Io presiedo da anni la Commissione antidoping del Coni, eppure non ho mai divulgato protocolli. Prima si guarda il pro tocollo, si controlla il progetto, si fanno prove e analisi e di fronte ai risultati si danno valutazioni. Non ci si può basare sull`ascolto di familiari disperati, che direbbero di tutto per salvare i propri cari, ma solo sulle regole della scienza. E in Stamina di scienza ce n`è poca, per non dire nulla. Il protocollo non spiega questioni fondamentali». 

Tipo? «Il processo in cui le staminali si trasformano in cellule dell`area neuronale. Su questo non c`è niente. E ricordiamoci che gli hanno dato neppure il brevetto…». 

E già questo è indicativo dell`inaffidabilità del metodo? «Sì perché non scordiamoci che una risposta, Vannoni, l`aveva già avuta dall`Ufficio Brevetti Usa, che non l`ha approvato dicendo che era inattendibile e non funzionava nell’applicazione pratica».