ROMA – La fabbrica degli organi si sta mettendo in moto. Dopo annidi tentativi, nel 2010 ha già effettuato tre "consegne": un polmone a metà luglio, un fegato a giugno e una trachea a marzo. Tutti rigorosamente costruiti in laboratorio. In precedenza dalle provette erano nate delle vesciche umane e un piccolo cuore di topolino, che nel mezzo in un vetrino trasparente aveva iniziato a contrarsi debolmente ma con un ritmo regolare. Sarà questa l`unica strada – a detta degli esperti di trapianti – per superare la strozzatura della carenza di donatori e delle liste d`attesa che si allungano man mano che avanza l`età media della popolazione. Il principio della "fabbrica" non varia molto da un organo all`altro. Le cellule che svolgono la funzione specifica di un cuore, un fegato o un polmone si appoggiano infatti su una struttura di collagene che può essere ricreata artificialmente in laboratorio o prelevata da un organo già esistente. Su questa "impalcatura" vengono fatte crescere le cellule staminali specifiche dell`organo. I nutrimenti giusti e alcune settimane di attesa permettono di ottenere fra le pareti di un laboratorio un organo con forma e funzioni identiche a quello naturale. Il passo successivo, quello che finora crea più difficoltà, è il trapianto. Il cuore di topolino creato nel 2008 batteva troppo debolmente per essere impiantato. Le vesciche realizzate nell`aprile 2006 alla Wake Forest University sono invece state efficaci ad alleviare le malattie di una decina di pazienti. Ma questi ultimi tre successi nel giro di pochi mesi stanno a indicare che forse questa branca della medicina è pronta a fare il salto di qualità. A marzo un bambino inglese di 10 anni ha ricevuto una nuova trachea al Great Ormond Street Hospital di Londra. Poiché le cellule usate per costruire l`organo erano state prelevate dal suo stesso organismo, non dovrà nemmeno seguire la terapia antirigetto. Il fegato fatto crescere nei laboratori del Massachusetts General Hospital è stato impiantato in alcuni ratti usati come cavie, e ha mostrato di funzionare normalmente. Fino all`esperimento dello scorso giugno, nessuno era riuscito a superare la difficoltà di ricreare l`intricata rete di vene e arterie che portano nutrimento a un organo con funzioni così variegate e complesse. A Boston sono partiti da un fegato naturale e lo hanno privato di tutte le cellule epatiche. La struttura di base e i vasi sanguigni sono rimasti intatti durante l`esperimento, e questo ha permesso di ottenere un organo perfettamente funzionante dopo il completamento della seconda tappa del test: l`infusione e la coltivazione di nuove cellule epatiche per ricreare il fegato completo. Sempre al Massachusetts General Hospital, dove opera il pioniere Harald Ott, il respiro dei topolini con un polmone figlio del laboratorio a luglio è durato sei ore. Il mese precedente, all`università di Yale, gli organi completamente artificiali si erano contratti ritmicamente per due ore nel corpo di alcuni ratti. Se per organi semplici e cavi come vescica e trachea la tecnica è già matura per aiutare l`uomo, quei mosaici di tessuti e funzioni che sono cuore, polmoni e fegato hanno ancora bisogno di ricerche. Ma il ritmo degli ultimi studi e l`interessamento di alcune aziende biotech americane dimostrano che il copyright della natura ha dei seri contendenti.
Trapianti del futuro ecco la fabbrica degli organi umani. L’ultima frontiera: polmoni e fegato dalle staminali
E. Dusi