Tornano i reportage di Vanguard Italia: Il viaggio della pillola abortiva Ru486

Ru486Prima puntata mercoledì 2 giugno: dai depositi agli armadietti sottochiave degli ospedali.

MILANO – Pillola Ru486, emergenza cordone ombelicale, pedofilia al femminile, suicidi degli adolescenti: sono alcuni temi della nuova edizione di Vanguard Italia che da questo mese torna in onda sul canale 130 Sky. La serie di video-reportage realizzati e prodotti dal network italiano di filmmaker, freelance, giornalisti indipendenti e reporter di Current torna a occuparsi di temi di cronaca e attualità nazionale.

PRIMA PUNTATA SULLA RU486 – Al via mercoledì 2 giugno, alle ore 21.10, con la prima puntata dal titolo: Pillola Abortiva, RU486 (su Corriere.it, l’anteprima video). La ricerca per Current comincia da Roma, dai depositi del farmaco e dall’azienda distributrice per l’Italia, la Nordic Pharma. Si arriva poi a Milano, all’ospedale Melloni, per filmare una scatola del farmaco che, secondo rigorose procedure viene conservata sottochiave negli armadietti della farmacia ospedaliera. Ed è proprio un responsabile della Nordic Pharma a spiegare a Current il perché di tanta sicurezza e tutela intorno alla RU: «E’ una pillola al centro di molte polemiche – dice -. Per non avere problemi non abbiamo badato a spese e chiediamo ai depositari di metterla in ambiente altamente protetto».

E’ noto, infatti, quanto questo medicinale sia stato al centro di così tante polemiche in Italia: alzate di scudi della Chiesa, ricorsi legali, appelli di movimenti per la vita, discussioni parlamentari, interventi bioteci. Il reportage Vanguard gira l’Italia per ascoltare le diverse voci coinvolte nel dibattito e cercare di dare chiarimenti ai dubbi che avvolgono questa pillola. Intervengono, tra gli altri, Renzo Puccetti medico cofondatore dell’Associazione Scienza e Vita, convinto che «l’utilizzo della Ru486 porterà a un aumento degli aborti»; l’ostetrica e volontaria romana dell’associzione Vita di donna, Gabriella Pacini che tra i vantaggi della Ru486 ne racconta i metodi poco invasivi e la possibilità di scegliere in anticipo rispetto al trattamento chirurgico; la ginecologa Elisabetta Canitano dell’ospedale Grassi di Ostia che sorride davanti «alla grande bugia che la Ru486 uccida le donne».

E infine, tra testimonianze e ricostruzioni sull’uso e sulle corette modalità di assunzione della pillola è Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma dal 2001, nonché medico primario di radiologia, a trarre la conclusione del destino tutto italiano della Pillola Abortiva: «Secondo la nostra tradizione esistono delle condizioni nelle quali alla donna è consentito abortire. La scelta del metodo è secondaria. In Italia, il problema religioso è prevalente rispetto a quello scientifico».

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