Testamento biologico al via da lunedì a Modena

Da lunedì, presso gli uffici comunali di via Santi, sarà possibile usufruire del registro per il “testamento biologico”: la raccolta delle dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti di natura medica. Ovvero la dichiarazione con la quale un cittadino esprime la volontà di essere sottoposto o meno a trattamenti sanitari in caso di malattia o utilizzo di macchine e sistemi artificiali.

«Diamo attuazione alla richiesta di 650 cittadini che hanno portato in consiglio comunale una delibera approvata l’8 marzo – spiega Simona Arletti, assessore ai servizi demografici – Siamo nella fase attuativa che dà la possibilità al cittadino di vedere rispettato l’articolo 32 della costituzione». «Nessuno – recita infatti l’articolo – può ossere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Nonostante Modena sia in anticipo per la creazione di strumenti di questo tipo, permane un vuoto normativo che intacca la sicurezza giuridica del registro comunale: «il paese è in ritardo – commenta Arletti – C’è un ddl sul fine vita, ci aspettiamo una legge più mite e meno invasiva nel rapporto con il cittadino». Il Sindaco Pighi è soddisfatto: «Questa procedura attua le disposizioni della nostra Costituzione e permette al cittadino di manifestare la propria volontà anche quando per effetto di una malattia o di una lesione cerebrale irreversibile non sia più in grado di esprimere il proprio consenso».

L’istanza di iscrizione al registro potrà essere inoltrata da tutti i residenti: l’interessato dovrà nominare uno o più fiduciari, che dovranno controfirmare l’accettazione della nomina davanti a un funzionario comunale. Il compito di quest’ultimo sarà quello di fare rispettare, al verificarsi delle condizioni, la volontà del dichiarante. Assieme all’istanza dovrà essere consegnata la dichiarazione in busta chiusa in un numero di copie pari ai fiduciari nominati, più una che rimarrà depositata in Comune. Le buste contenenti la dichiarazione di volontà verranno consegnate, al verificarsi delle condizioni, ai fiduciari nominati dall’interessato dietro loro esplicita richiesta. Il vuoto normativo lascia molti dubbi sulla figura del medico che, in ogni caso, può sempre dichiararsi obiettore di coscienza verso la dichiarazione fatta dal paziente: «In caso di opposizione del medico – spiega Pighi – Bisogna ricorrere al giudice e chiedere un provvedimento di urgenza che può essere deliberato in meno di un’o ra e poi richiedere l’intervento di un altro dottore. La magistratura riconosce questo diritto ma ha bisogno di ricostruire la volontà del paziente: noi in questo modo agevoliamo la costruzione di uno strumento probatorio di cui ci facciamo garanti».

Protesta l’opposizione: «Dare attuazione alla Costituzione non è compito dei Comuni – commenta Davide Torrini Udc – La Costituzione va attuata uniformemente sul territorio nazionale. Siamo fortemente contrari a questo registro e ne individuiamo la pericolosità: l’a ssociazione che ha raccolto le firme è la stessa che ha sempre portato avanti il discorso dell’eutanasia, la tappa finale a cui si vuole arrivare». conclude Torrini. Dello stesso avviso è Isabella Bertolini, coordinatore provinciale Pdl: «Questa è una forzatura ideologica e giuridica, figlia della deriva radicale che ha lo scopo di introdurre in Italia l’eutanasia» scrive in una nota. Immediata la replica di Trande, capogruppo Pd. «Bertolini e Aimi sanno bene che la dichiarazione anticipata di volontà non ha nulla a che vedere con l’eutanasia: basta una modesta frequentazione con la lingua italiana per rendersene conto. Tuttavia preferiscono fare terrorismo mediatico spargendo veleno e disinformazione, in omaggio a una tecnica comunicativa sempre meno efficace».

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