In questi giorni di lutto istituzionale si parla di lettere lasciate dal defunto e contenenti indicazioni per il cerimoniale funebre. Ne abbiamo dunque di recenti, di questi dispositivi, ma anche di maggiormente datati come questo:
TESTAMENTO POLITICO
DI GIUSEPPE GARIBALDI
Ai miei figli, ai miei amici, ed a quanti dividono le mie opinioni, io lego:
l’amore mio per la libertà e per il vero; il mio odio per la menzogna e la tirannide.
Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga con l’impostura in cui è maestro, che il defunto compi, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico.
In conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare.
E che solo in istato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada.
***
Da: G. Sacerdote,
La vita di Giuseppe Garibaldi Milano, Rizzoli 1933, p.938.
L’autografo si trova nella busta 81 della raccolta Curatolo al museo del Risorgimento di Milano.