La pillola “spaccatutto”. Niente ricovero: l’opposizione ci prova. Poi si divide e la maggioranza blinda la delibera

Temperatura equatoriale ieri nell’aula del. Consiglio regionale. E non a causa dell’ondata di caldo. A surriscaldare il clima e stato l’acceso confronto fra maggioranza e opposizione sulla questione della Ru486, la cosiddetta "pillola abortiva".L’ L’occasione si è presentata con la discussione della mozione presentata dai consiglieri del gruppo Sei Nieri e Zaratti sulle modalità di utilizzo della pillola nelle strutture sanitarie del Lazio. Prima ancora, l’Assise aveva approvato all’unanimità la mozione presentata dai consiglieri del gruppo La Destra Storace e Buonasorte, che impegna la Giunta ad elaborare un protocollo per la sperimentazione del trattamento di angioplastica dilatativa per i malati di sclerosi multipla affetti da insufficienza veno sa cerebro-spinale cronica.

«Siamo molto soddisfatti che la prima mozione approvata nella nuova legislatura sia stata la nostra – hanno commentato i due presentatori Siamo soddisfatti anche per il voto unanime del Consiglio». Ma il clima bipartisan è svanito ben presto sul punto successivo, la discussione della mozione sulla Ru486, che chiedeva di «impegnare il presidente della Giunta regionale a fare in modo che nelle linee guida di competenza regionale sulle modalità di utilizzo della pillola Ru486 non venga recepita l’obbligatorietà del ricovero ospedaliero per le pazienti sottoposte alla terapia». Al termine di m lungo confronto polemico, la mozione e stata respinta dall’Aula con 34 voti contrari, 17 a favore e un astenuto. «11 centrodestra si è mosso male, ha perso un’occasione – ha detto uno dei presentatori, Luigi Nieri – Mi sarei aspettato da parte di alcuni consiglieri un atteggiamento più disponibile a ragionare ,a tutela delle donne».

L’opposizione ha anche presentato tre emendamenti, tutti bocciati dall’aula: due firmati da Giulia Rodano (Idv) e uno dai consiglieri della Lista Bonino-Pannella Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo. Uno degli emendamenti di Rodano prevedeva di «consentire almeno la distribuzione della pillola Ru486 nel Lazio sia pure all’interno del rispetto di linee guida che restringono immotivatamente la libertà professionale degli operatori sanitari e rendono più difficile la vita delle donne». «Credevo che piovesse ma non che grandinasse e stata la reazione della Rodano Ero certa che la Giunta non avrebbe accettato l’eliminazione dell’obbligo dei tre giorni, ma non mi aspettavo che il centrodestra votasse contro atti che ha compiuto la sua Giunta». «L’emendamento della Lista Bonino-Pannella – ha spiegato il capogruppo Rossodivita – richiamava le decisioni già adottate dall’Emilia Romagna che ha con fermato la possibilità di interruzione volontaria di gravidanza con la Ru486 in day hospital». Ma il fronte compatto della minoranza ha ceduto al momento del voto. «Ho votato a favore dell’emendamento Rodano che chiedeva l’applicazione di quanto approvato dalla Polverini sulle linee guida della Ru486. Ma voto contro la mozione» ha annunciato il consigliere Pd Moscardelli.

Analoga la posizione del suo collega di gruppo Dalia, che ha aggiunto: «Ì popolari del Pd hanno una posizione seda che _è quella prevista dalla legge 194 che sottolinea la,sicurezza e la salute della donna e i tre giorni di ricovero. Sono principi straordinari: la vita va sempre salvaguardata. La Ru486 non è come un’aspirina». «ln consiglio possiamo avviare una nuova stagione di dibattito – gli ha fatto eco il consigliere della Lista Polverini , Tarzia –  La vita inizia dal concepimento e questo non è un dato della Chiesa ma un dato scientifico. Stiamo parlando di aborto farmacologico. Ebbene, sono stati 40 i decessi nel mondo a seguito della. somministrazione della pillola». «Sorprende come il centrodestra neghi il suo integralismo» ha rincarato la dose il consigliere del gruppo Fds Peduzzi. «L’uso del ricovero è solo un modo per disincentivare l’uso della Ru486»ha aggiunto il consigliere dei Verdi Bonelli. Secondo il consigliere del Pdl Nobili «la sinistra è  contraddittoria: da una parte sottolinea il disagio, il dolore della donna e la solitudine della scelta e poi la abbandona sottolineando il risparmio sanitario».

Duro l’affondo del capogruppo del Pd Montino: «Un assessore arrogante e in evidente difficoltà – ha detto tanto da non saper spiegare l’orientamento della Giunta, una maggioranza arroccata su posizioni di anacronistiche. Cosi Pdl, La Destra e Udc vietano ai cittadini del Lazio un loro diritto stabilito dalla -legge e cioè l’utilizzo della pillola Ru486. Per averla dovranno rivolgersi ad ospedali umbri, campani, toscani, abruzzesi, ma anche lombardi e veneti. Dappertutto ma non nella loro Regione». La Lista Bonino-Pannella se l’è presa soprattutto con il Pd, definendo «sconcertante il comportamento della maggioranza dei suoi consiglieri». «Prendiamo atto, ancora una volta, dello sfaldamento del gruppo consiliare del Pd su questioni delicate che riguardano i diritti fondamentali delle donne, come testimonia l’esito davvero sconcertante del voto elettronico sulla mozione che riguardava le modalità di utilizzo della pillola Ru486 – affermano in una nota congiunta i gruppi Lista Polverini Fds, Verdi e Psi – Dei 15 consiglieri Pd, infatti, 8 sono risultati assenti, 2 hanno espresso voto contrario e solo 5 sono stati favorevoli».

E proprio sul diverso orientamento emerso all’interno del gruppo Pd si concentra l’ironia del capogruppo del Pdl Fiorito: «Non capisco perché il capogruppo Montino se la prenda in maniera così feroce con la Polverina e con l’assessore Zezza. Credo che il suo vice alla Pisana non la pensi esattamente come lui». «La minoranza abortista che ha perso le elezioni sta menando il can per l’aia gli fa eco il capogruppo de La Destra Storace – La maggioranza che invece le ha vinte non ha sconfessato nulla, ma ha semplicemente detto no al tentativo di cancellare il diritto alla vita. La Giunta Polverini ha adottato provvedimenti condivisi da tutta la coalizione, abbiamo semplicemente bocciato gli stravaganti propositi dell’opposizione».

 

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