La norma sul fine vita congelata a Montecitorio fino a ottobre

Simona D’Alessio

Biotestamento ed intercettazioni. Materie diverse, però accomunate da un destino parallelo; i provvedimenti legislativi per disciplinarle potrebbero spegnersi senza colpo ferire, in Parlamento, prima di poter arrivare alla prova del voto in Assemblea. Il nuovo stop sulle misure per regolamentare l’uso dello strumento d’indagine e i suoi riflessi sui mezzi di informazione lascia intravvedere un lento tramonto della norma, licenziata in seconda lettura a giugno con la fiducia al Senato, ma incappata a Montecitorio nella rete di chi, nel Pdl, vuole cambiarla o non votarla del tutto.

Più di una fonte finiana fa intendere che è meglio prendere tempo su un testo tanto controverso e non dare ascolto alla brama di fare presto espressa in più occasioni dal premier Silvio Berlusconi. E, quindì, a due anni dalla nascita del ddl dì iniziativa governativa, che avrebbe dovuto porre un argine alle violazioni a mezzo stampa della privacy del cittadino e impedire l’uso disinvolto delle intercettazioni da parte dei magistrati, è probabile che, se pure in Assemblea a Montecitorio il testo arrivi il 29 luglio (due giorni dopo la manovra blindata), il voto non possa svolgersi prima di settembre. I venti di tempesta che spirano sulla maggioranza, fra inchieste scottanti e discordie continue all’interno del Pdl, potrebbero rallentare ulteriormente il percorso.

Quanto al ddl sul fine vita, licenziato in un clima tesissimo nel marzo del 2009 pochi giorni dopo la morte di Eluana Englaro, nel giro di oltre un anno alla Camera ha fatto risicati passi m avanti. La conferenza dei capigruppo della scorsa settimana, infatti, ha stabilito che il ddl, approvato due mesi fa dalla commissione Affari sociali, non andrà nell’emiciclo prima di ottobre. Numerose le divergente nel centrodestra su una norma eticamente sensibile: nella minoranza fi nana e fra i laici del Pdl (come Benedetto Della Vedova) prevale la linea dettata dall’ex leader di An, secondo cui non ci deve essere accanimento terapeutico, così come deve essere rispettata la volontà espressa dal paziente. Finita l’estate, dunque, sì capirà se i due ddl hanno almeno una chance di diventare legge.

 

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