MILANO – I quotidiani britannici l’hanno definita una confessione-choc. Sono le dichiarazioni rilasciate da Sir Michael Caine all’emittente radiofonica Classic FM che raccontano gli ultimi istanti di vita del padre dell’attore inglese, Maurice Micklewhite, un facchino del mercato del pesce di Billingsgate, morto nel 1955 a 56 anni dopo aver sofferto di un cancro al fegato. L’attore settantasettenne, vincitore di due premi Oscar, ha confessato che in quei tristi giorni chiese e ottenne dal dottore la morte di suo padre prima del tempo. I medici iniettarono un’overdose di antidolorifico che in pochi minuti mise fine alle atroci sofferenze del malato terminale.
IL RACCONTO – Senza peli sulla lingua e con grande pathos l’attore ha raccontato: «Mio padre aveva un cancro al fegato e io stavo male per i profondi dolori che soffriva. Allora dissi al dottore "Non c’è più nulla da fare, bisogna solo fargli un’overdose e dargli la pace"». In un primo momento, secondo il racconto di Caine, il dottore protestò affermando che l’eutanasia era illegale. Poi preso da compassione, proprio quando l’attore stava lasciando l’ospedale, gli disse di tornare a mezzanotte: «A mezzanotte in punto arrivai all’ospedale e dopo cinque minuti mio padre era morto. L’aveva fatto». I dottori avevano assicurato che al massimo suo padre sarebbe vissuto altri 3-4 giorni, ma avrebbe sofferto le pene dell’inferno. Ellen, la mamma dell’attore, morta nel 1989, non seppe nulla di ciò che era accaduto quella notte.
PRECEDENTI – Nell’intervista Caine ha anche spiegato di essere favorevole all’eutanasia anche se in Inghilterra, come nella maggior parte dei Paesi, è ancora un crimine: «Penso che se sei in uno stato nel quale la vita non è più sopportabile, se tu vuoi, devi avere la possibilità di scegliere. Non sto dicendo che chiunque può prendere una decisione così importante. Al tempo cercai di fare la richiesta a mio padre, ma lui non era del tutto cosciente». Caine non è il primo personaggio legato al mondo dello spettacolo che si pronuncia a favore dell’eutanasia o che dichiara esplicitamente di avere preso in considerazione «la dolce morte». L’anno scorso fecero grande scalpore le confessioni di Ursula Frau, moglie dell’attore Horst Tappert , conosciuto in Italia per essere il protagonista de L’ispettore Derrick, la fortunata serie televisiva poliziesca. La donna confermò che il marito aveva in precedenza firmato un testamento biologico e che i medici avrebbero staccato la spina per non accanirsi sul corpo dell’attore, malato di una grave forma di diabete. L’associazione Dignity in Dying (Dignità nella morte) ha fortemente apprezzato le dichiarazioni di Michael Caine e ha chiesto alla politica di pensare a una nuova legge che dia la possibilità ai dottori di aiutare i malati terminali a morire dignitosamente
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