Marco Perduca scrive al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio

Lettera di Marco Perduca al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio

Signor direttore,

nel rendere merito ad “Avvenire” d’esser l’unica testata che costantemente degna d’attenzione le questioni attorno al fine vita, credo che possa tornar utile condividere alcuni elementi per corrispondere agli appelli alla consapevolezza emersi nelle ultime dichiarazioni di chi teme che si possa legalizzare l’eutanasia se il Parlamento non risponderà per tempo all’Ordinanza n.207/2018 del 24 ottobre 2018 in cui la Corte costituzionale, relativamente al processo nei confronti di Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani, ha rilevato tra l’altro che:

  1. in determinate condizioni espressamente indicate «il divieto assoluto di aiuto al suicidio finisce (…) per limitare la libertà di autodeterminazione del malato nella scelta delle terapie»;
  2. «la soluzione del quesito di legittimità costituzionale coinvolga l’incrocio di valori di primario rilievo, il cui compiuto bilanciamento presuppone, in via diretta ed immediata, scelte che anzitutto il legislatore è abilitato a compiere»;
  3. «reputa doveroso – in uno spirito di leale e dialettica collaborazione istituzionale – consentire, nella specie, al Parlamento ogni opportuna riflessione e iniziativa, così da evitare, per un verso, che, nei termini innanzi illustrati, una disposizione continui a produrre effetti reputati costituzionalmente non compatibili, ma al tempo stesso scongiurare possibili vuoti di tutela di valori, anch’essi pienamente rilevanti sul piano costituzionale»;
  4. «rinvia all’udienza pubblica del 24 settembre 2019 la trattazione delle questioni di legittimità costituzionale sollevate con l’ordinanza». È su questi punti che il Parlamento era stato chiamato a decidere, non su ciò che appare nella stragrande maggioranza delle dichiarazioni raccolte recentemente.

Meraviglia che deputati e senatori si accorgano a nove mesi dalla decisione/invito della Consulta che occorra affrontare urgentemente la questione per bloccare una nefasta decisione dei Magistrati. Tenendo presente la chiusura estiva e la scadenza del 24 settembre fissata dalla Corte Costituzionale, l’unico passaggio istituzionale possibile sarebbe un dibattito in Aula alla Camera o al Senato da convocarsi in via straordinaria come proposto dall’Associazione Luca Coscioni in cui, come sottolinea il sottosegretario Giorgetti, «alla luce del sole» i singoli rappresentanti del popolo si esprimano, seppur con gravissimo ritardo, sui quattro punti. Poi certo il Parlamento è sovrano, ma per fare, o disfare, una legge i tempi sono altri.

Marco Perduca, senatore XVI Legislatura, Associazione Luca Coscioni

La risposta di Marco Tarquinio a Marco Perduca