Elezioni, i vescovi in campo «Sia anche un voto contro l’aborto» Il monito di Bagnasco: niente alibi ai politici che rubano

Gian Guido Vecchi

ROMA -L’aborto come «crimine incommensurabile». Di più: «Un’ecatombe progressiva». Il cardinale Angelo Bagnasco cita «i dati agghiaccianti» presentati a Bruxelles dall’Istituto per le politiche familiari, «quasi tre milioni di bimbi non nati solo nel 2008, ossia uno ogni undici secondi, venti milioni negli ultimi quindici anni», e pone la difesa della vita come discriminante nel voto dei cattolici: «In questo contesto, sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale».

Le parole del presidente della Cei, che ha aperto ieri il consiglio permanente dei vescovi, non erano mai state così nette. Sulla questione, è esplicito anche l’invito a non astenersi: «L’evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare». La «società intera» è chiamata a «un esame di coscienza» e a «schierarsi col favor vitae». Ma è chiaro che il pensiero, per la sua storia e le sue battaglie, vada anzitutto ad Emma Borino. La candidata del centrosinistra nel Lazio, ieri, ha replicato asciutta: «È un evergreen, sono le solite cose, non vedo novità». Tuttavia appaiono caustiche le considerazioni di Bagnasco: «La "rivoluzione" iniziata negli anni Settanta per sottrarre l‘aborto alla clandestinità, al pericolo per la salute delle donne, al loro isolamento sociale, si chiude tornando esattamente là dove era cominciata».

Il cardinale denuncia i nuovi metodi abortivi» che «hanno come effetto quello di "far scomparire" l’aborto», parla della Ru486 e di quelli che «vengono definiti "contraccettivi post-concezionali" e insomma vede una «banalizzazione» dell’aborto e il ritorno alla sua «invisibilità sociale», preludio «dell’invisibilità etica». L’essenziale, anche nelle scelte elettorali, sono insomma «i valori non negoziabili». Ovvero <da dignità della persona umana; l’indisponibilità della vita, dal concepimento alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna». Anche qui, c’è una precisazione importante: «È solo su questo fondamento che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori» come il «diritto al lavoro e alla casa», l‘«accoglienza degli immigrati» o la «libertà dalla malavita». Se una nota della diocesi di Roma aveva elencato in blocco tutti i «diritti irrinunciabili», Bagnasco parla di «un complesso indivisibile di beni» ma pone alla base quelli antropologici: «Quale solidarietà sociale, infatti, se si rifiuta o sopprime la vita?».

Di qui le reazioni: entusiasmo nel Pdl (<<mi spiace per la Bonino, ma la politica è fatta di valori», dice Maurizio Lupi) e prudenza nel Pd, con Bersani che parla di «discorso serio» e dice: «Siamo attenti anche alla questione antropologica. Chiediamo che la politica possa prendersi, in autonomia, la responsabilità di affrontarla». Del resto, la prolusione del cardinale è ampia. Nel suo intervento, tra l’altro, rimanda a una «idea alta della politica», libera dalle «ristrettezze mentali» e dalle «contiguità affaristiche», ed esorta a non cercare «alibi preventivi né coperture impossibili: sottrarre qualcosa a ciò che fa parte della cosa pubblica non è rubare di meno; semmai, se fosse possibile, sarebbe un rubare di più». Quanto alla società italiana, bisogna smettere di «rimestare sistematicamente nel fango», crogiolandosi nell’idea di «declino», e ritrovare piuttosto l’«energia morale» mostrata nel dopoguerra.

Gian Guido Vecchi

L’offensiva contro la Ru486

La pillola e la notifica Già a gennaio il cardinale Bagnasco aveva invitato le istituzioni a «circoscrivere quanto è più possibile» la diffusione della pillola RU 486 (l’ormone steroideo usato in ospedale per l’aborto farmacologico). Il 18 marzo il Consiglio superiore della Sanità ha indicato l’obbligo di ricovero «come unica modalità di erogazione» della pillola. li ministro della Salute ha firmato la notifica alle Regioni in cui si invitano gli assessorati «a garantire che le strutture si adegueranno» alle modalità indicate

Le scelte delle Regioni

Al momento, in Italia, in base alle decisioni attuate dalle giunte regionali, la via di somministrazione della pillola è già praticata sia tramite day hospital (in Emilia Romagna, Puglia e nella provincia di Trento) che tramite ricovero ordinario (in Toscana, nelle Marche, in Veneto e Lombardia). II Piemonte, invece, ha scelto di lasciare libertà tra le due opzioni. Le altre Regioni, dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’autorizzazione all’immissione in commercio (dicembre 2009), non si sono ancora pronunciate

L’editoriale

L’Osservatore romano fa propria la tesi di Ernesto Galli della Loggia sugli «atteggiamenti anticristiani» sempre più diffusi, ripubblicando l’editoriale del Corriere di domenica, con il titolo «Quando l’illuminismo diventa chiacchiera da bar»

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