Dottor Cannabis: «Ecco perché ho cercato di coltivare canapa a scopo terapeutico»

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Le proprietà terapeutiche della canapa dice di averle scoperte nel lontano 1992 a Cagliari, dove aveva aiutato pazienti affetti da disturbi alimentari. Per anni però i risultati se l’era tenuti per sé, per paura di incorrere in qualche sanzione. Poi un brutto giorno, mentre è di servizio su un’ambulanza, si prende l’epatite C.

Per 18 mesi si sottopone a un trattamento a base di Ribavirina e Interferone. Perde oltre 15 chili. Fino a quando non si ricorda di una molecola che dice essere presente in gran quantità nel seme di canapa: l’edestina. Si procura un po’ di semi, fa crescere qualche pianta, comincia la terapia «e i risultati sono stati immediati. Ho ripreso appetito alimentare, sessuale, intellettuale, tutto quello che la chemioterapia mi aveva tolto».

Da allora Fabrizio Cinquini non ha più smesso di piantare e selezionare semi. Alla ricerca di una pianta con basso contenuto di Thc e alto contenuto di tutte le altre molecole che anche secondo una bella fetta della comunità scientifica hanno effetti terapeutici. Ma per fare selezione “servono almeno 1000 piante. Io non avevo lo spazio e neanche il denaro per coltivarne così tante, così mi sono fermato sempre a 600 pezzi”.

E 600 piante si vedono. Così per il dottor cannabis arrivano i primi guai. Il primo sequestro risale ormai al lontano 2002. Il capo d’imputazione è coltivazione a fini di spaccio, anche se di prove per spaccio non se ne sono mai trovate. Si fa 18 mesi tra domiciliari e servizi sociali, durante i quali però continua a coltivare semi di canapa. E senza fare nulla per tenerlo nascosto, perché gli “sembra intollerabile che qualcuno legiferi sulla vita di un vegetale”. Ma siccome invece le leggi ci sono eccome, ecco che dopo poco arrivano un nuovo sequestro e una nuova condanna. E poi un’altra, e poi un’altra ancora, che però questa volta è di ben 6 anni.

Dice di aver pensato di essere la persona più adatta per sottoporsi a questa battaglia. E dice che se oggi il dibattito su depenalizzazione e legalizzazione è rientrato prepotentemente nell’agenda politica, un po’ lo si deve anche a lui, al dottor Cannabis.