"Tra le mie responsabilità di professoressa c’è quella di viaggiare per condividere il mio lavoro con altri studiosi, ed è così che a marzo ho preso parte al Secondo Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica a Bruxelles.
Il cibo e la gente belga erano meravigliosi, ma essendo spesata dal congresso ero lì per fare la mia presentazione e ascoltare quelle di scienziati ed altri studiosi.
Il congresso si teneva nella sede del Parlamento europeo – con tanto di interpreti, come all’ONU – ed era sponsorizzato dall’Associazione Luca Coscioni, il cui fondatore morì dopo dieci anni di sclerosi laterale amiotrofica o “morbo di Lou Gehrig”; poiché questo morbo sta uccidendo un mio stimatissimo collega, un bravissimo professore di diritto, avevo anche un motivo personale per essere presente. Il lavoro dell’Associazione Luca Coscioni, che promuove la libertà di ricerca scientifica e i diritti dei malati e dei diversamente abili, è stato appoggiato da novantasei premi Nobel – tra cui due che ho personalmente incontrato a Bruxelles.
Durante le sessioni di lavoro, aperte al pubblico, alle quali erano presenti persone con disabilità, si è venuti a conoscenza di promettenti ricerche da parte di scienziati di tutto il mondo: tra tutte, quelle sulle cellule staminali sono state al centro dell’attenzione del congresso. La grande importanza di questo tema era dunque evidenziata dal fatto che era il principale argomento di dibattito fra alcuni dei più autorevoli scienziati nel mondo.
Tra le persone di spicco che ho incontrato due in particolare si sono distinte tra tutte, cioè Elena Cattaneo, neuro-scienziata dell’Università di Milano e Charles Sabine, corrispondente londinese della NBC News: la Dott.ssa Cattaneo fa ricerche sulle cellule staminali e Sabine, che morirà un giorno proprio a causa di quella malattia che lei studia, intende usare gli anni di salute rimastigli per aiutarla a convincere il governo italiano a finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Non sapendo ancora quando lo colpirà questo male, un qualsiasi progresso in questo campo sarà per il bene altrui, ma arriverà troppo tardi per salvarlo.
La professoressa Cattaneo fa ricerche sulla Corea di Huntington, malattia genetica che rende inabili e poi uccide i suoi malati, nel pieno della loro vita adulta; avendo letto, per caso, il suo articolo sulla rivista Nature, intitolato “La scienza, i dogmi e lo Stato” e trovandomi seduta vicino a lei sull’autobus e a pranzo, mi ha raccontato la sua storia: non riuscendo ad ottenere i fondi dal governo italiano, deve fare affidamento sui fondi dell’Unione europea e su fondi privati come quelli della Huntington’s Disease Society negli Stati Uniti. Avendo organizzato un gruppo di lavoro per la ricerca sulle cellule staminali, per il suo ruolo professionale, è diventata vittima, nel suo paese, di una feroce campagna.
Sebbene sia cattolica e si rechi a messa ogni settimana, la sua integrità di scienziata e docente è stata messa in dubbio sia dalla destra cattolica che da alcuni suoi colleghi universitari: nonostante la ricerca sulle cellule staminali sia legittima in Italia, il Vaticano è contrario ed esercita un’influenza tale che i politici si rifiutano di finanziare questa ricerca, essendo incapaci di voler difendere quella stessa scienza che un giorno potrebbe salvare i loro cari.
Nel suo articolo, la professoressa Cattaneo ha scritto che “alcuni membri della gerarchia ecclesiastica cattolica insistono nel definire inutile la ricerca sulle cellule staminali embrionali (…). Altre sezioni dell’ambiente politico cattolico hanno erroneamente definito fuorilegge quegli scienziati che lavorano con le cellule staminali embrionali in Italia e io stessa sono stata raffigurata dai media come una pessima scienziata ed insegnante e peggio ancora”. Vista l’influenza del Vaticano, il governo sta escludendo la ricerca sulle cellule staminali da un fondo per le biotecnologie pari a otto milioni di euro: la prof.ssa Cattaneo ed altre due scienziate, a proprie spese, stanno combattendo in tribunale contro questa decisione.
La situazione in Italia è affine a quella degli Stati Uniti sotto George Bush, il quale aveva limitato il finanziamento pubblico della ricerca sulle cellule staminali a poche linee di cellule. L’attenzione con cui gli europei osservano la situazione scientifica in America, nel contesto della ricerca internazionale, non è da sottovalutare: infatti, all’aprirsi della sessione congressuale del 6 marzo, quando Marco Perduca, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, annunciò che il presidente Obama aveva dichiarato di voler rimuovere il divieto imposto da Bush sui finanziamenti pubblici alle cellule staminali, l’intera aula si mise ad applaudire.
Nella mio prossimo articolo parlerò di Charles Sabine, uomo di coraggio che combatte quotidianamente contro la paura di un’inevitabile disabilità e della sua morte".
(Nota dell’editore: questa è la prima di due parti nella serie a cura della professoressa universitaria Barbara Forrest)