Il Nomenclatore doveva cedere il posto, a partire dal 2001, a una riforma complessiva della materia. Ma in Italia in transitorio diventa definitivo e il poco chiaro e l’indefinito giuridico diventano terreno per una giungla di interpretazioni, comportamenti e sperequazioni. Così oggi accade che l’applicazione del decreto sia assolutamente difforme non tanto da Regione a Regione, ma nella stessa regione da Asl a Asl. C’è chi fa le gare per lotti di prodotti, chi fa gare per un’unica aggiudicazione, chi applica il general contract, chi non fa nessuna gara.Ci sono Asl che acquistano la stessa categoria di prodotti al 20-30% in più del loro valore commerciale e altre che non riconoscono per alcuni neppure il prezzo minimo reperibile sul mercato.
E’ necessario quindi dare a chi ha bisogno evitando di sperperare risorse e che il Parlamento porga urgentemente mano alla materia creando le condizioni per lo svilupparsi di un libero mercato, la qualificazione della spesa, il soddisfacimento autentico del diritto di autonomia e di vita indipendente dei disabili attraverso le tecnologie compensative. Per questo voglio suggerire alcuni spunti per un riforma che tenga conto della realtà socio-economica del Paese e del livello di sviluppo del comparto, suggerimenti che traggono origine dai miei 25 anni di esperienza e di coinvolgimento nel settore.
Come riformare il Nomenclatore
1 Scorporare gli ausili per l’autonomia e le tecnologie compensative dall’elenco delle protesi e dei presidi sanitario-curativi. I primi hanno una valenza rilevante per la salute e la qualità della vita dell’individuo, il loro impiego previene l’insorgere o l’aggravarsi della condizione di handicap ma restano al di fuori dell’ambito strettamente sanitario; le protesi, le ortesi, eccetera restano invece nella sfera del trattamento sanitario tradizionale.
2 Fare una netta distinzione tra le tecnologie compensative e gli ausili per i quali ci deve essere un impegno della pubblica amministrazione e quelli, piccoli oggettive della vita quotidiana come il bastone bianco, le pile per le protesi acustiche, che dovranno essere acquistati direttamente dalla persona disabile con riferimento ai provvedimento di tipo socio-assistenziale, pensione e indennità di accompagnamento e che al massimo potranno poi essere dedotti come spese sanitarie. Sono ausili dal basso costo e per i quali la procedura di fornitura del nomenclatore tariffario risulta di gran lunga più onerosa (prescrizione dello specialista,offerta dalla ditta fornitrice, emissione dell’ordine, collaudo eccetera) del valore del prodotto. Inoltre non si può prevedere a carico della pubblica amministrazione la fornitura di oggetti irrilevanti o per la conquista di autonomia del soggetto disabile come la sveglia tattilo-parlante o la tavoletta braille,anche perchè hanno costi che non differiscono da quelli degli strumenti standard. Gli strumenti che devono essere dati per compensare un deficit devono risultare a carico della collettività quando rappresentano un maggior costo rispetto all’acquisto di prodotti della stessa categoria per tutte le altre persone, i cosiddetti normodotati, e che effettivamente risultano determinanti per la vita di relazione, la scuola, il lavoro: si pensi ad esempio al computer palmare con sintesi vocale per le persone prive di voce, la macchina di lettura per i ciechi o agli accessori per il controllo ambientale o demotica per le persone prive di movimento.
3 Prevede un prezzo massimo rimborsabile per ciascuna categoria di ausili( carrozzine manuali, carrozzine elettriche, macchine di lettura parlanti), prezzo massimo che dovrà risultare dalla media dei prodotti per categorie a listino delle ditte accreditate.
4 Prevedere per ciascuna categoria un tempo di fornitura minima entro il quale non possono essere avanzate ulteriori richieste ( si vedano le agevolazioni fiscali della automobili).
5 Prevede l’accreditamento di un albo nazionale per le aziende in quanto- per qualificare la spesa e rendere efficace la tecnologia compensativa l’ausilio per la realizzazione di autonomia- gli stessi dovranno essere utilizzati correttamente dagli assistiti e mantenuti sempre in stato di massima efficienza. Ciò richiede che i fornitori abbiano caratteristiche peculiari e non siano meri commercianti o importatori. Ecco i requisiti fondamentali: 1) che abbiano un’organizzazione in grado di sostenere la personalizzazione degli ausili, l’istruzione all’utilizzo, l’aggiornamento e la manutenzione; 2) che tutto il personale sia regolarmente assunto e assicurato; 3) che in pianta organica ci sia almeno una persona disabile,anche per le aziende con meno di 15 dipendenti; 4) che possano dimostrare di aver effettuato forniture di queste tecnologie per almeno i tre anni antecedenti alla data di iscrizione all’albo.
6 Che la scelta dell’ausilio e della tecnologia compensativa avvenga esclusivamente da parte dell’assistito, che allega la certificazione di invalidità e autocertificazione dello scopo dell’utilizzo o della destinazione dell’ausilio stesso.
7 L’ausilio che può essere acquistato direttamente dall’assistito e la spesa è compensata per i produttori di reddito nel 730 o Unico, e per i non produttori di reddito, richiesta a un apposito organismo a livello regionale che avrà il compito di gestire il “ Fondo ausili e tecnologie compensative�? costituite a livello nazionale per l’ammontare di cento milioni di euro annui per il 2006-2008 e ripartito tra le regioni in relazione alla popolazione residente. L’organismo potrebbe coincidere per contiguità di competenze con la struttura regionale dell’INAIL a cui viene attribuito il fondo. Sollevare le ASL da questa incombenza semplifica le procedure, consente un notevolissimo risparmi di costi burocratici inutili e crea maggior soddisfazione nei soggetti destiantari