Intervenendo questa mattina in un dibattito su REPUBBLICA TV, pur ribadendo che la decisione spetta all’AIFA (Agenzia italiana per il farmaco) “nella sua autonomia” il sottosegretario Eugenia Roccella ha candidamente rivelato che “il ministero ha inviato all’AIFA un documento sulla RU486, che è oggetto di valutazione da parte dell’agenzia del farmaco”. Il presidente dell’AIFA Guido Rasi ha più volte annunciato come imminente la registrazione e nel dicembre scorso sembrava cosa fatta. Persino Eugenia Roccella in una intervista aveva dichiarato che la registrazione era ormai inevitabile.
La domanda di registrazione, tramite procedura europea, era stata fatta nel novembre 2007 e il Comitato Tecnico-Scientifico dell’AFA aveva dato parere positivo nel febbraio 2008, oltre un anno fa. Di fronte alla rivelazione di Eugenia Roccella Silvio Viale, presente in studio a Milano, che promosse la sperimentazione all’Ospedale S.Anna di Torino ha subito parlato di “pressioni improprie” del ministero nei confronti dell’AIFA, definendo “inusuale che il ministero invii documenti all’AIFA, invadendone lo specifico campo scientifico di competenza”. Nel pomeriggio intervenendo a Torino in un comizio della Lista Bonino-Pannella, per la quale è candidato alle elezioni europee, Silvio Viale ha nuovamente denunciato l’interferenza del governo verso l’autonomia dell’AIFA:“Ecco spiegato perché da oltre sei mesi l’AIFA non decide e la RU486 e bloccata sull’ultimo atto. Si tratta di una invasione impropria del governo sull’autonomia scientifica dell’AIFA. Anche questo è Europa, perché si tratta di adeguare l’Italia agli standard europei in accordo con le indicazioni dell’Agenzia Europea del Farmaco. Berlusconi deve dire con chiarezza se il governo condivide le pressioni di Eugenia Roccella verso l’AIFA. La vicenda della RU486 è un banco di prova per smentire che l’interesse del Presidente del Consiglio verso le donne si limiti alle curve delle sue giovani ospiti. Come ha detto George Tiller, il ginecologo americano ucciso pochi giorni fa da un fanatico antiabortista, per capire l’aborto bisogna guardare al cuore delle donne.” Con riferimento all’inchiesta aperta a Torino sul misoprostolo (Cytotec), che era l’oggetto dell trasmissione di Repubblica TV, Raffaele Guariniello ha detto che sono 4000 le ricette sotto osservazione, della quali quasi metà prescritte a donne giovani. Silvio Viale ha commentato:”Se il dato fosse legato a pratiche abortive, rivelerebbe una diffusione di aborti al di fuori della 194 di dimensioni maggiori di quelle ipotizzabili sulla base dei passaggi in pronto soccorso. Questo dimostrerebbe che le complicazioni non sono così tante, ma soprattutto impone di chiedersi come mai molte donne, soprattutto immigrate, preferiscano non rivolgersi al SSN, nonostante l’aborto sia legale e gratuito. Un’altra conferma che, al di là della retorica, la 194 è ai margini degli interessi della sanità se non per le iniziative tese a ostacolare le donne che vogliono abortire.”