Caro Ministro Giuseppe Pisanu,
grazie ai Radicali, domenica 18 dicembre 2005, ci sono stati dei tavoli in molte città d’Italia, e non solo in Italia, per raccogliere delle firme: si trattava di firmare una petizione da inoltrare poi a Lei, Ministro Giuseppe Pisanu, per il diritto di voto dei disabili intrasportabili, affinché anche essi possano finalmente votare, e votare a casa! Diritto costituzionale e sacrosanto, fino ad ora ad essi ingiustamente negato. Io non solo ho firmato (ovviamente “a mano”, tramite mia sorella Maria Giovanna Mingroni) ma ho voluto sensibilizzare al problema e far firmare il maggior numero di miei concittadini. In che modo?
“Servendomi” opportunamente della mia famiglia (come al solito) e scaricando da Internet i moduli occorrenti. Le faccio poi presente che, per me, uscire in carrozzina è una autentica tortura fisica (facilmente immaginabile) e psicologica. Fu quindi una tortura pure andare a votare il 13 giugno scorso, ed era una bella giornata di sole e faceva caldo: ma, a casa e al computer, mi sento quasi un normodotato, mentre sono un locked-in, cioè un malato gravissimo, quando vado a votare. Signor Ministro, confido che Lei capisca questo mio problema psicologico non indifferente. E poco importa che la Legge attuale consideri trasportabili noi malati gravissimi: Signor Ministro, permetta anche a noi di votare a casa. In definitiva, ho firmato e fatto firmare per ben due motivi: primo, il voto a casa ai miei amici disabili intrasportabili è oggettivamente un diritto costituzionale e sacrosanto, fino ad ora ingiustamente negato ad essi; secondo, andare a votare è per me una tortura fisica e psicologica, e vorrei votare a casa pure io, benché sia considerato trasportabile dalla Legge attuale, e sottolineo attuale. Oltre tutto, le prossime elezioni politiche ci saranno il 9 aprile 2006: nevicherà, pioverà, farà freddo o ci sarà il sole quel giorno? Un motivo in più per chiedere a Lei di poter votare a casa. Se ciò non mi sarà consentito, andrò al seggio di persona (salvo imprevisti), sottoponendomi a questa seconda tortura fisica e psicologica. Ma, in tal caso, mi auguro che ne tengano conto, nella occasione, le elettrici e gli elettori normodotati. Signor Ministro dell’Interno, sperando nella Sua sensibilità al problema oggettivo e nella Sua volontà di risolverlo molto presto, La ringrazio anticipatamente.
Severino Mingroni
severino.mingroni@tin.it