Silvio Viale, il medico torinese che ha condotto la sperimentazione presso l’Ospedale S.Anna di Torino, all’ennesimo annuncio (Sole24ore) che la RU486 – il vero nome è mifepristone – dovrebbe approdare al CdA dell’AIFA entro fine mese ha prontamente dichiarato:
“Speriamo che sia la volta buona, poiché è da più di un anno che attendiamo la registrazione per potere inserire la RU486 nei protocolli per l’aborto medico, l’aborto chirurgico, l’aborto terapeutico, l’aborto spontaneo e la morte endouterina.
Se l’attesa dovesse ulteriormente protrarsi riterrei inevitabile e moralmente lecito il ricorso ad altre procedure per ottenere la RU486, poiché come medici siamo moralmente obbligati ad offrire le soluzioni tecniche “più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza”, come prevede l’art. 15 della legge 194. Se fino ad ora siamo rimasti in attesa della conclusione della procedura europea è per fiducioso rispetto dell’AIFA e della sua autonomia. Due settimane fa, il 5 giugno, avevo giudicato come una invasione impropria del governo sull’autonomia dell’AIFA il tentativo del sottosegretario Eugenia Roccella di indurre l’AIFA a modificare il parere favorevole del Comitato tecnico-scientifico. Dal punto di vista scientifico, a venti ani dalla sua introduzione in Francia, Cina, Regno Unito e Svezia, il metodo è sempre più sicuro e le polemiche politiche dei gruppi antiabortisti non hanno modificato i giudizi favorevoli dell’Agenzia europea del farmaco (EMEA), di quella statunitense (FDA) e dell’OMS. La RU486 è inserita nella lista dei farmaci essenziali dell’OMS. Da un punto di vista giuridico la RU486 è compatibile con la 194 come ha dimostrato l’archiviazione nel gennaio scorso delle indagini della procura torinese sulla sperimentazione in Day Hospital all’Ospedale S.Anna di Torino. Da molto tempo ripeto che non vi sono più ragioni per bloccare la RU486. Da molto tempo l’AIFA sembra essere sul punto di assumere la decisione finale; nel dicembre scorso Eugenia Roccella ricorse anche allo stratagemma della finta resa – “registrazione ormai inevitabile” – ottenendo di fatto ulteriori rinvii. Ora, speriamo che sia la volta buona, anche per smentire le menzogne degli antiabortisti.”