RU486 – VIALE “COME PER ELUANA RICATTO AI MEDICI”

Commentando per RadioRadicale e per Radio Popolare l’audizione del ministro Sacconi al Senato, Silvio Viale ha sostenuto che l’obiettivo del ministero sia quello di ricattare i medici come fu fatto per Eluana Englaro.
Successivamente Silvio Viale ha così ripreso e sintetizzato quanto ha dichiarato alle due emittenti radiofoniche:
“E’ chiaro che Sacconi non conosce e non ha letto la 194.

Nel caso della RU486 la legge 194 è stata rispettata da venti anni, sin dai primi studi alla Mangiagalli di Milano, di cui probabilmente il ministro non è nemmeno a conoscenza, e verrà pienamente rispettata. E’ offensivo che Sacconi accusi i medici “non obiettori” di volere violare la legge o di volere esporre a pericoli le proprie pazienti.”

“Per quanto riguarda la pericolosità della RU486, se ne fosse davvero convinto, avrebbe il dovere morale di prendere iniziative verso i Paesi europei che la utilizzano da anni in modo cosi rischioso. Sarebbe da codardi non farlo e non confrontarsi con Francia, Svezia, Regno Unito, Germania e via dicendo. Oppure non ne è convinto e, allora, sarebbe un bugiardo quando insiste sull’alibi della pericolosità della RU486. Come per tutte e pratiche mediche vi è un certo rischio, ma è minore di quello che viene accettato per altre pratiche mediche senza ricovero o con dimissioni precoci. Basti pensare alle gravidanze extrauterine, all’aborto spontaneo e alla gravidanza stessa. C’è da chiedersi se il Saccone che diffonde puro terrorismo mediatico sulla RU486 sia lo stesso Sacconi che dice “no all’allarmismo” per l’influenza A, che è ben più pericolosa della RU486.”

“In realtà Sacconi si sta preparando per minacciare e ricattare i medici come ha fatto per il caso di Eluana Englaro, come ha fatto ben capire il sottosegretario Roccella, sua musa ispiratrice, quando ha detto che l’obbligo di ricovero varrà solo per i medici, perché le donne potranno firmare le dimissioni volontarie. Sacconi si sta preparando per una raffica di provvedimenti amministrativi e disciplinari contro i medici, ma troverà pane per i suoi denti. Da medico non scaricherò le mie responsabilità sulle donne e la paziente rimarrà in ospedale solo per il tempo che sarà ritenuto necessario, valutando caso per caso come si fa in medicina. Ora l’AIFA si sbrighi a fare fino in fondo il suo dovere, perché l’iter finale rischia di tracimare nell’anomalo e nel ridicolo.”