Nel curriculum politico e istituzionale del Ministro Fontana non si rintraccia alcun interesse, figuriamoci le competenze, per il fenomeno della “droga”, dichiara l’ex senatore radicale Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni.
Sorprende quindi la scelta di un Governo, che oltre a non aver incluso nel contratto un tema a cui si dovrebbe invece dedicare, affida un percorso lungo 30 anni a un ministro che non ne ha mai preso parte.
Proporre tolleranza zero rispetto a un fenomeno che ha ramificazioni inter-disciplinari e implicazioni trans-nazionali è proporre la gestione di un percorso sociale e culturale attraverso l’istinto di un cane anti-droga. Investire in conoscenza e riabilitazione, questo si dovrebbe fare.
Come per aborto ed eutanasia, il “Movimento per la vita” vuole continuare a imporre sofferenze, discriminazione e morti anche nel campo delle droghe, incluso un giro da 14 miliardi come regalo per la malavita.
L’ignoranza uccide, sulla droga serve informazione.
Dopo decenni di divieti politici e indifferenza mediatica occorre aprire un dibattito istituzionale e pubblico. La Conferenza nazionale “triennale”, per esempio, manca dal 2009. Senza una adeguata conoscenza di quanto già è stato fatto, in Italia e all’estero, in tema di droghe, il Ministro non potrà guidare la gestione politica di un fenomeno sociale e culturale nato ben prima del 2018.
Quella della droga non è un’emergenza bensì un fenomeno strutturale e occorre affrontarla a tutto tondo con competenza, dedizione, visione e lungimiranza tenendo a bada ideologi o tecnocrati e partendo da soluzioni concrete, dall’inserimento della riduzione del danno nei lea, fino alla riorganizzazione dei servizi per le dipendenze, al riconoscimento delle azioni e dei servizi innovativi già realizzati e il loro adeguamento ai nuovi stili di consumo.
