La “guerra alla droga” ha fallito
Un piano per ridurre morti, carcere e mercato illegale, promosso da Associazione Luca Coscioni, CGIL, A Buon Diritto, ARCI, Antigone, CNCA, Comunità di San Benedetto al Porto, Forum Droghe, Gruppo Abele, ItaNPUD, ITARDD, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, L’Isola di Arran, LILA, Meglio Legale e Tutela Pazienti Cannabis Medica
Alla Conferenza governativa sulle droghe è stata riproposta la retorica della “tolleranza zero” e della repressione come unica risposta. La Contro-conferenza nazionale, autoconvocata da associazioni, esperti, operatori e persone che usano sostanze, ha presentato dati e proposte alternative basate su evidenze scientifiche e modelli già efficaci in Europa, per ridurre consumi, morti, costi sociali e il potere della criminalità organizzata.
Secondo le analisi della società civile, il proibizionismo non ha ridotto la domanda né il consumo, ma ha alimentato un sistema che costa al Paese miliardi e produce marginalità. In Italia circa 6 miliardi l’anno finiscono nelle mani delle narcomafie; il 33% delle persone detenute è in carcere per violazioni della legge sulle droghe (il doppio della media UE, 18%); e solo 1 persona su 8 con problemi di dipendenza accede a cure adeguate.
La narrazione secondo cui “la repressione funziona” viene smentita dai dati: nel 2024 il 25,8% degli ingressi in carcere è stato determinato dall’art.73 del Testo Unico 309/90; con l’art.74 si arriva al 34,1% del totale. L’approccio punitivo non disincentiva i giovani: nel 2024 si contano 36.960 segnalazioni ai Prefetti, di cui 3.722 minorenni, per lo più per pochi grammi di cannabis, con conseguenze stigmatizzanti come sospensione di patente e passaporto. Dal 1990, oltre 1,4 milioni di persone sono state schedate per consumo personale.
Il Governo dirotta risorse verso comunità di “disintossicazione totale”, modello superato in Europa, mentre i servizi pubblici sono al collasso e solo 7 Regioni hanno programmi strutturati per la Riduzione del Danno. L’approccio RdD/LdR, invece, riduce infezioni (-46% HIV, -32% HCV), overdose (-35/50%) e mortalità (-54%).
La Contro-conferenza propone un Piano con cinque priorità.
- Regolamentazione legale a partire dalla cannabis;
- Fine della punizione dei consumatori e proporzionalità delle pene a partire dai fatti di lieve entità non;
- Attuazione uniforme dei LEA per la Riduzione del Danno, oggi frammentaria, per prevenire overdose, infezioni, marginalità e insicurezza urbana;
- Riallocazione di una quota delle risorse oggi destinate alla repressione verso sanità pubblica e servizi territoriali, con un piano triennale strutturale.
Il Piano prevede inoltre la creazione di un sistema di monitoraggio indipendente dell’impatto delle politiche per aggiornare strategie sulla base di evidenze scientifiche, e un rafforzamento dei servizi territoriali che integrino salute, welfare e riduzione del danno, per ridurre i rischi e promuovere inclusione sociale.
“I miliardi spesi in politiche proibizioniste non hanno ridotto il fenomeno né protetto la salute e la sicurezza delle persone che usano droghe e della società – la dichiarazione dei Promotori a fine Conferenza – . La ‘guerra alla droga’ ha danneggiato la giustizia sociale, i territori, il sistema giudiziario e i diritti umani. La Conferenza nazionale sulle droghe, prevista dalla Legge 309/90, dovrebbe aggiornare la strategia nazionale e coinvolgere chi usa droghe, garantendo partecipazione, trasparenza e indipendenza scientifica. Invece ha ignorato gli sviluppi internazionali, come la Risoluzione ONU del marzo 2025 per rivedere la ‘guerra alla droga’.
La Contro-conferenza autoconvocata propone riforme strutturali e invita associazioni, istituzioni e cittadini a unirsi al Movimento per una riforma dal basso delle leggi proibizioniste, promuovendo cambiamento e iniziative di disobbedienza civile per tutelare libertà e diritti”.

L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.