Non chiediamo che venga riconosciuto un “diritto a morire”, ma il diritto a essere aiutati quando ci sono situazioni estreme.
La posizione espressa dai legali di Marco Cappato nell’udienza sull’aiuto al suicidio in Corte costituzionale è chiara e viene spiegata da Filomena Gallo e Federico Manes nei loro interventi:
Le richieste poste ai Giudici riguardano ipotesi del tutto eccezionali: malati affetti da patologie irreversibili, con dolore senza speranza, situazioni che irragionevolmente ricadono nell’orbita dell’articolo 580 del codice penale producendo una compressione irragionevole dei diritti. Nessuno vuole chiedere alla Corte un lugubre diritto a morire o di accogliere un liberismo sfrenato dove tutto è concesso, ma solo di rinunciare a un paternalismo irragionevole e cieco che omologa situazioni che non possono essere omologate. Ci sono casi in cui la pulsione alla morte supera quella alla vita. E’ ancora suicidio la scelta di un congedo dalla vita di chi ha un corpo che si è congedato dalla persona, di un individuo che è scisso dal corpo?
Riascolta l’udienza pubblica della Corte costituzionale grazie a Radio Radicale:
L’udienza è iniziata con l’esclusione degli interventi di Movimento per la vita, Centro studi Livatino e associazione Vita è. I giudici della Corte, dopo aver sospeso la seduta per la decisione in merito, hanno deciso che le tre associazioni “non sono legittimate a partecipare al giudizio” in quanto “non rivestono parte nel giudizio principale” e “non sono soggetti terzi titolari di interesse qualificato“, come ha spiegato il presidente della Consulta Giorgio Lattanzi, prima di far riprendere l’udienza pubblica.
Al termine dell’udienza in Corte costituzionale e in vista della sentenza – attesa nella giornata di domani – Marco Cappato ha commentato:
Su una materia così importante e delicata non c’è spazio né per lo stupore nei confronti dell’azione del Governo né per l’ottimismo o il pessimismo. C’è spazio per la responsabilità politica. Dopo 5 anni nei quali la nostra legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale non è stata mai discussa nemmeno per un minuto, mi dispiace che contro di me in giudizio si sia costituito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a nome del Governo, invocando addirittura l’intervento del legislatore. Siamo noi che da 5 anni invochiamo l’intervento del legislatore.
Il ringraziamento di Marco Cappato va invece a Fabiano Antonini (Dj Fabo) che, decidendo di agire pubblicamente, invece che nella clandestinità, “ha consentito questa occasione, che comunque sia farà chiarezza per altri casi e altre persone che si trovino nella stessa condizione di sofferenza insopportabile“.
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Anche Valeria Imbrogno, la fidanzata di Dj Fabo, interviene:
Spero che la Corte costituzionale estenda la libertà di poter scegliere, anche ad altri casi simili a quello di Fabiano. Questo è il motivo per cui abbiamo portato avanti questa battaglia, assieme a Marco Cappato e all’Associazione Coscioni. Questo è quello che avrebbe voluto Fabo. Se questa sentenza sarà la fine di un percorso o l’inizio di uno nuovo, dipenderà dalla pronuncia dei giudici della Consulta.
Mina Welby, la co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni e moglie di Piergiorgio Welby, oggi era presente in Aula:
Spero che la Corte costituzionale sappia decidere, in modo che venga cambiata la norma del Codice penale o che almeno la stessa Consulta spinga il Parlamento a legiferare. Mio marito diceva che talvolta occorre salvare la vita morendo, perché la sofferenza non è vita. A volte, l’unico modo per porre fine alla sofferenza è decidere di morire. Ma bisogna formare i medici, adeguare le cure palliative e garantirle a tutti.
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Insieme a Marco Cappato, Mina Welby, Filomena Gallo e tutti i protagonisti della campagna Eutanasia Legale ci siamo incontrati il 23 ottobre, alle 19.00, in Piazza Montecitorio per attendere la sentenza della Corte costituzionale.
