Lettera di “Mario” – Federico Carboni

2 maggio 2022

Ciao a tutti, sono Mario, e sì il Mario che avete conosciuto in questi ultimi due anni ma questa volta sarà l’ultima volta che sentirete le mie parole perché vi sto scrivendo a pochi giorni da quando finalmente potrò premere quel pulsante e potrò porre fine alle mie sofferenze. 

Ho preferito rimanere Mario, ma non per vigliaccheria o codardia, oramai svelare la mia identità non avrebbe senso rimarrò nell’immaginario della gente ma chi doveva conoscermi mi ha conosciuto. 

Non nego che mi dispiace congedarmi dalla vita, sarei falso e bugiardo se dicessi il contrario perché la vita è fantastica e ne abbiamo una sola. 

Ma purtroppo è andata così e come ho sempre detto, destino o colpa mia non lo so, ma io sono allo stremo sia mentale sia fisico, però pensando a prima dell’incidente dove ho fatto e avuto tutto dalla vita anche dopo ho fatto tutto il possibile per riuscire a vivere il meglio possibile e cercare di recuperare il massimo dalla mia disabilità. 

Posso dire che da quando a febbraio ho ricevuto l’ultimo parere positivo sul farmaco ci sto pensando più e più volte al giorno se sono sicuro di quanto andrò a fare, perché so che premendo quel bottone sarà un addormentarsi chiudendo gli occhi senza più ritorno, ma pensando ogni giorno appena sveglio fino alla sera quando mi addormento come vivo e passo le mie giornate e rimandare cosa mi cambierebbe, niente sarebbe solo rimandare dolori, sofferenze che non avrebbe senso, non ho un minimo di autonomia della vita quotidiana, sono in balìa degli eventi, dipendo dagli altri su tutto, sono come una barca alla deriva nell’oceano. Sono consapevole delle mie condizioni fisiche e delle prospettive future quindi sono totalmente sereno e tranquillo di quanto farò.

Non so se tutti capiranno mai e accetteranno mai la mia scelta perché in queste condizioni ci sono io e parlare da esterni è facile. 

Ora volevo ringraziare mia madre che mi ha accudito in questi anni, quei pochi amici veri e loro sanno chi sono perché ci sono sempre stati, la mia fisioterapista, il mio infermiere, il ragazzo che mi ha fatto assistenza, ii mio dottore, la dottoressa, il direttore della banca e tutti i miei parenti che da anni sapevano della mia scelta prima di andare in Svzzera poi di farlo in Italia e non hanno mai dato la notizia per rispetto della privacy mia e della famiglia. 

Poi ringrazio l’Asur Marche che, nonostante quello fatto per ottenere il risultato del suicidio assistito, ma era un mio diritto, mi ha messo a disposizione tutti gli ausili, l’assistenza e gli aiuti economici di cui avevo bisogno. Infine non posso che fare a meno di ringraziare tutta l’Associazione Luca Coscioni ma in particolare tutti i miei legali e tutti quelli che in questi due anni hanno lavorato duramente per far sì che la sentenza della Corte costituzionale non sia stata solo una sentenza scritta ma sia stato riconosciuto un diritto. 

Posso dire con certezza che queste persone oltre essere stati i miei legali prima, col passare dei giorni si è instaurato un gran rapporto di amicizia, lealtà, fiducia e rispetto, ho conosciuto delle gran belle persone. Grazie di tutto Filomena, Francesca, Irene, Cinzia, Massimo, Rocco, Angelo, il dottor Riccio e Marco, mi siete stati sempre vicini e mi avete dato la forza per arrivare in fondo proteggendo me e la mia famiglia, dandoci serenità e tranquillità. 

Ci siamo difesi attaccando e abbiamo attaccato difendendoci, abbiamo fatto giurisprudenza e un pezzetto di storia nel nostro paese e sono orgoglioso e onorato di essere stato al vostro fianco, non so chi leggerà e ascolterà questa lettera ma vorrei che se avrete un nodo alla gola o vi scenderà una lacrima fermatevi, fate un bel respiro e sorridete perché se mi avete conosciuto ricordate come ero, sempre sorridente con la battuta pronta, di buon umore senza mai lamentarmi, scherzare e con un tocco di umorismo che guasta mai, poi ho visto che mi avevate disegnato prima sul letto con un paio di boxer e poi con un bel pigiamino blu con delle sbarre che mi imprigionavano sul letto, ora levate le sbarre perché finalmente sono libero di volare dove voglio e spero di essere lì con voi.

Ora basta altre parole non mi vengono, sarei noioso o ripetitivo su cose già dette però un saluto speciale, buona fortuna a tutti.

Mario