Ennesimo episodio di sprecopoli nella sanita’ italiana. Poliambulatorio a Roma costato 14,5 milioni di euro, inaugurato a gennaio, gia’ chiuso. Una carrozzina dal costo di un’utilitaria.

Comunicato di Maria antonietta farina coscioni, deputata radicale, co-presidente dell’associazione Luca Coscioni: il ministro intervenga. intollerabile spreco di denaro pubblico.

Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca, ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, nella quale si denuncia come una nuova struttura ospedaliera di quattro piani, acquistata e ristrutturata dalla ASL a Roma per un costo di oltre 14 milioni di euro, inaugurata il 28 gennaio scorso, sia già chiusa per inagibilità. Secondo le informazioni disponibili, l’acqua avrebbe invaso il seminterrato e gli scantinati. Vi sarebbero inoltre tubi rotti nel reparto di radiologia, costosissimi strumenti per tac, ecografia, mammografia, risonanza magnetica, artoscan, che potrebbero risultare danneggiati.
Nell’interrogazione si denuncia inoltre un emblematico caso quantomeno di cattivo utilizzo del pubblico denaro: una carrozzina è costata alla ASL oltre settemila euro; con l’aggravante di alcune “beffe”: l’IVA invece del 4 per cento, è stata fatturata al 20 per cento; al paziente non è stato consegnato l’indispensabile cuscino anti-decubito, per cui non ha potuto ancora utilizzare la carrozzina costata, euro più euro meno, quanto un’utilitaria. “Una vera e propria sprecopoli”, commenta la parlamentare radicale, che sollecita un’inchiesta amministrativa per accertare le ragioni di questo incredibile, gravissimo disservizio e le eventuali responsabilità. E’ l’ennesima interrogazione su questi temi che rivolgo al ministro; attendo con impazienza le risposte ai quesiti che gli ho posto, e soprattutto attendo e sollecito ancora una volta interventi e comportamenti concreti”.

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IL TESTO DELLE INTERROGAZIONI

Al ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali

Premesso che:
Il quotidiano “Il Messaggero” nella sua edizione del 9 marzo 2009 ha pubblicato un articolo del giornalista Claudio Marincola, nel quale si riferisce di un poliambulatorio da 14,5 milioni, inaugurato un mese fa, e già chiuso: un immobile di quattro piani acquistato e ristrutturato dalla ASL, nel quartiere romano del Prenestino: “otto anni di attesa…è stato inaugurato il 28 gennaio scorso, un mese dopo è già chiuso. Inagibile. Molti non lo sanno e la mattina si mettono in fila. Qualcuno ha scritto al “Messaggero”: ‘L’acqua ha invaso il seminterrato e gli scantinati’. Si narra di un tubo rotto nel reparto di radiologia, lastre che galleggiavano, strumenti per tac, ecografia, mammografia, risonanza magnetica, artoscan, pagati un occhio della testa che potrebbero essere danneggiati. Una sprecopoli”;

Si denuncia inoltre che “in attesa della prossima gara, gli uffici continuano ad autorizzare gli acquisti per la protesica utilizzando i conti correnti impignorabili, quelli dove affluiscono gli stipendi del personale. Sulla bolla di accompagnamento c’è scritto ‘rinnovo’. La gara del 2005 è continuata in prorogatio, come dire: una gara infinita”. I sistema informativo, 22 milioni di euro, secondo una testimonianza raccolta dal giornalista, “non ha mai funzionato. Ogni tanto si introduce qualche hacker. Tempo fa un virus scaricò immagini porno. Aprivi un file per verificare un ordinativo e ti appariva una scena hard”;

una carrozzina, sia pure definita “superaccessoriata”, è stata fatturata alla ASL RMC ben 7080 euro dalla ditta Sapio Life, una multinazionale di Monza che – riferisce il giornale – sarebbe specializzata in ossigeno. “L’IVA, che pure dovrebbe essere calcolata al 4 per cento, è stata calcolata al 20 per cento…per avere quella sedia a rotelle che costa quanto un’utilitaria, è stato utilizzato un fondo speciale. Il colmo è, poi, che al momento della consegna gli addetti si sono dimenticati di rifornirla con lo speciale cuscino anti-decubito (costo 225 euro). Risultato: settemila euro fatturati alla ASL e il paziente che non sa ancora dove sedersi”;

riferisce ancora “Il Messaggero”, “diventare fornitori del servizio sanitario nazionale è molto semplice. Basta riempire qualche modulo e si finisce nell’elenco ministeriale. I controlli sono molto rari, mentre, fanno notare le stesse associazioni ortopediche, “dovrebbero avvenire periodicamente per verificare locali, attrezzature e magazzini. Assortopedia qualche tempo fa chiese più controlli per combattere il fenomeno dell’abusivismo. ‘Quando si scoprono i magazzini pieni di ausili inutilizzati, cioè quelli acquistati a gara per risparmiare – sostiene l’associazione delle aziende ortopediche – lo spreco mostra la propria evidenza. Il vero risparmio si raggiunge acquistando prodotti di qualità lavorati da professionalità competenti, in tal modo si evita l’ospedalizzazione dell’assistito, causa principale del collasso economico del SSN”.

Per sapere:
se sia vero quanto sopra riferito dal “Messaggero” corrisponde al vero;
se sia vero in particolare che il presidio sanitario Santa Caterina della Rosa di Roma sia stato inaugurato nel giro di pochi mesi ben tre volte; che si tratta di un complesso di quattro piani e che dal 10 febbraio duecento persone tra infermieri, medici di base e specialisti avrebbero già dovuti essere operativi, e che al contrario risulta essere chiuso;

per conoscere le ragioni di questa chiusura, e se non si intenda promuovere un’inchiesta amministrativa per accertare le ragioni di questo incredibile, gravissimo disservizio;

se sia vero che una carrozzina sia stata fatturata alla ASL RMC ben 7080 euro dalla ditta Sapio Life, con una relativa IVA, che invece di essere calcolata al 4 per cento, è stata calcolata al 20 per cento; e che, ulteriore beffa, al momento della consegna gli addetti si sono dimenticati di rifornirla con lo speciale cuscino anti-decubito (costo 225 euro), con il risultato che il paziente ancora un può utilizzare la carrozzina;

se al ministero risulta quanto denunciato da Assortopedia circa “magazzini pieni di ausili inutilizzati, cioè quelli acquistati a gara per risparmiare…Il vero risparmio si raggiunge acquistando prodotti di qualità lavorati da professionalità competenti, in tal modo si evita l’ospedalizzazione dell’assistito, causa principale del collasso economico del SSN”;

se quanto riferito da Assortopedia in relazione ai pochi controlli per verificare locali, attrezzature e magazzini sono rari e quasi inesistenti; quali siano i provvedimenti che il ministero intende adottare o sollecitare a fronte di questa situazione che si traduce in un enorme spreco di denaro pubblico e favorisce il fenomeno dell’abusivismo.

Al ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali

– premesso che:

– Il quotidiano “Il Messaggero” nella sua edizione del 3 marzo 2009 ha pubblicato un lungo e dettagliato articolo del giornalista Claudio Marincola, nel quale tra l’altro si riferisce di “forniture sanitarie per milioni di euro assegnate senza gara. Fatture e registri scomparsi. Minacce, ricatti, auto bruciate, segnalazioni anonime. E’ uno scenario da romanzo di frontiera se non fosse che stiamo parlando di Asl…”;

– si legge, “in questa storia c’è un nome che nessuno fa ma tutti evocano. Il nome di un’organizzazione potente, radicata sul territorio che solo a pensarci fa paura. E fa un certo effetto associarlo ad aghi, siringhe, sondini, cateteri, sacche di un sangue che ha lo stesso colore di un sangue lontano dalla Capitale”;

– viene pubblicata la testimonianza di Gianfranco, romano di Tor Bella Monaca, «disabile da sempre»: “Caro Messaggero, vorrei metterti a conoscenza di quanto mi è accaduto nella Asl RmB nel semestre giugno/dicembre 2008. Sono un disabile da sempre e sino ad oggi ho usufruito dei presidi a me necessari fornendomi nel corso degli anni da ditte diverse. Da circa 6 anni mi sono stabilizzato con una ditta che non mi ha mai creato il benché minimo problema, anzi… me ne ha risolti svariati. Nel mese di giugno, come un fulmine a ciel sereno, vengo a conoscenza che il rapporto con questa ditta che ho consolidato nel corso degli anni deve terminare in quanto la Asl ha assegnato le forniture a un’altra ditta che dopo una mia indagine risulta non aver nemmeno punti vendita nel Lazio. All’epoca, nei contatti con la Asl mi veniva detto che c’era una regolare gara, per cui io dovevo sottostare a queste decisioni. Con grande delusione rifiutavo la fornitura con la nuova ditta e mi appellavo alla legge sulla libertà di scelta dell’utente laddove ci sia il medesimo prezzo e anche questa volta la Asl mi rispondeva picche, dicendomi che c’era questa gara… ma nessuno mi diceva dove era pubblicata questa gara. Stremato da questo rimpallo di competenze ho deciso di denunciare il tutto alla Guardia di Finanza e scrivere al “Messaggero”;


la Asl dove vive Gianfranco, la RmB viene descritta come “una delle più chiacchierate d’Italia, quella dove un tempo infuriava la legge di Lady Asl, Anna Iannuzzi, condannata per aver sottratto alle casse della Regione Lazio, la più indebitata d’Italia, un decimo del bilancio del Burkina Faso (82 milioni di euro)”;

– la Asl RmB “dopo inchieste, polemiche, controlli, denunce, affida la fornitura di ausili, sedie a rotelle, letti ortopedici, materassi anti-decubito, sacche per la colostomia, con una semplice delibera. Importo 2 milioni e 30 mila euro, una cifra ben al di sopra della soglia comunitaria entro la quale si può procedere per ordinazione diretta (206 mila euro). Ma molto al di sotto dei 15 milioni e 148 mila del bando tuttora aperto che vede la stessa ditta in pole position;

– per quanto riguarda le forniture deliberate senza gara è già stata presentata un’interrogazione dal consigliere della regione Lazio Alessio D’Amato perché “in un settore così delicato non ci si può permettere di non andare a gara: è importante inserire dei vincoli per i ribassi anomali dietro i quali si potrebbero nascondere interessi della criminalità organizzata. Io stesso ho segnalato l’anomalia di gare che la Consip è stata chiamata a gestire in alcune Asl del Lazio per l’acquisto di pannoloni, letti, ortopedici, i cui atti sono stati trasmessi agli organi inquirenti. Una serie di affidamenti vengono aggiudicati da aziende che risiedono a Casal di Principe e nei territori limitrofi con una capacità di abbattere i costi che il sistema delle imprese normalmente non riesce a fare”.

– il settore costituire una “fetta” di mercato importante: “Solo di pannoloni qualcosa come 270 milioni. Se poi parliamo di siringhe il business è incalcolabile data l’estrema varietà delle tipologie e delle punture, (450 milioni l’anno);
– che il presidente della Fioto Marco Laineri-Milazzo rivela di aver denunciato da tempo “il fenomeno delle gare anomale su prodotti in cui la qualità è imposta per le legge. E c’è un altro segnale strano: molte piccole aziende ridotte a chiudere sono state rilevate. Chi c’è dietro?”

– secondo Angelo Fracassi presidente di Assiomedica, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese è necessario garantire “trasparenza negli acquisti e sulla qualità dei prodotti…Se mancano questi requisiti finiamo nelle sabbie mobili. In alcuni regioni i capitolati di gara sembrano fatti apposta per non essere trasparenti. E si dà troppo valore ai prezzi più bassi e poca valenza alla tecnica. L’industria seria non risponde, non partecipa, a parte se ha qualche avanzo da piazzare. Davanti a uno scenario così confuso, dove regna la regola del massimo ribasso, restano solo le aziende mordi e fuggi. Non meravigliamoci, dunque, se per la scarsa qualità i due terzi dei presidi sanitari pagati dalle Asl vengono buttati via.

Per sapere:

Se quanto sopra riportato e contenuto nell’articolo del “Messaggero” corrisponde al vero.

In caso affermativo quali iniziative urgenti si ritiene di dover promuovere e sollecitare a fronte di quanto sopra denunciato.

In particolare se non si ritenga di dover accertare se sia fondato o meno quanto sostenuto dal disabile autore della lettera al quotidiano “Il Messaggero