Dichiarazione/1: Severino Mingroni, il candidato che non vota

di Severino Mingroni
Severino Mingroni è consigliere generale dell’Associazione Coscioni e candidato per la Rosa nel Pugno alla Camera dei Deputati

[inline:1]Sono ateo (e pure sbattezzato da circa due anni) ma certe casualita’ mi lasciano un po’ interdetto: il 20 febbraio scorso, alle 11,30, stavo scrivendo le ultimissime righe del mio “testascritto”; in sottofondo, ascoltavo anche SKYTG24, essendo il software della tv satellitare attivo in quel momento, sintonizzato su quel canale, e naturalmente sotto forma di icona sulla mia barra delle applicazioni; quella televisione satellitare, in quella precisa ora, annuncio’ la morte di Luca Coscioni (a 5 anni esatti dall’appello a sostegno della sua candidatura alle politiche del 2001), notizia data poco prima da Marco Pannella dai microfoni di Radio Radicale.

Lo so, era una scomparsa non sorprendente, ma piansi lo stesso: infatti, parlo molto di Luca e della liberta’ di ricerca scientifica nel testascritto. Poi pensai: Luca non e’ morto, perche’ egli vive con i suoi scritti soprattutto sulla liberta’ di ricerca, altra liberta’ da conquistare ancora in Italia. Cosi’ mi calmai, finii di scrivere il tutto, lo rilessi e, nel pomeriggio, lo inviai ai miei amici dell’ADUC affinche’ lo pubblicassero in PDF sul loro sito. Il giorno dopo, ricevetti la seguente email da Rocco Berardo della Associazione Coscioni: “Caro Severino, ti chiedo, ora che si stanno per chiudere le liste della Rosa nel Pugno, se vuoi dare la disponibilita’ alla tua candidatura. Per noi, pure per Luca, lo credo di sicuro, la tua presenza nelle Liste darebbe un significato forte alla battaglia, nostra, in nome di Luca”. […]
Ora che sono candidato, chiedo con piu’ forza tre cose:
che al disabile grave che sta a casa sia corrisposta una adeguata somma mensile dalla sua Regione, affinche’ possa assumere regolarmente chi e’ in grado di dargli l’assistenza necessaria, invece di pagare di persona per cio’ o di un suo ricovero a spese notevoli del SSN;
che il disabile grave non sia piu’ obbligato a pagarsi personalmente computer e Internet, ma possa chiedere il rimborso per tali spese alla sua Regione;
che un disabile grave come il sottoscritto, benche’ considerato trasportabile dalla Legge attuale, possa votare a casa, e non piu’ sottoporsi alla tortura fisica e psicologica di farsi trasportare al seggio per espletare tale diritto.
Per questo motivo, non andro’ a votare il 9 e 10 aprile prossimi.