Dati e pandemia, Bucci: “Perché non vogliono rendere noti i dati su cui basano le chiusure?”

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Gli fa eco Marco Cappato: “Conte parlava di condivisione con la comunità scientifica”

Comincia ad esserci il dubbio che non solo ci sia un problema di sporcizia e difficoltà di raccolta dei dati, ma che questi dati siano utilizzati in una maniera che non si vuole rendere nota.  Ad esempio il calcolo dell’RT, il principale parametro utilizzato per prendere decisione sulle classificazioni delle regioni, risulta opaco, a seconda se si scelga di diffondere il dato medio o quello minimo, dalla scelta cambia la comunicazione della realtà e la percezione della popolazione”.

Così lo scienziato Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia e consigliere dell’Associazione Luca Coscioni, realtà attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e salute, nel corso del webinar “Covid 19: Le proposte al Governo dell’Associazione Luca Coscioni”.

“L’idea generale nella comunità scientifica è che, non solo non si vogliano dare i dati, ma che non ci sia trasparenza sul modo in cui questi dati vengono usati. – continua Bucci – I dati sono indispensabili per capire la ratio delle misure assunte e sullo stato dell’arte della pandemia. Cosa viene misurato, come viene calcolato, quante persone entrano negli ospedali, quanti escono e perché. Le decisioni sulle chiusure sono responsabili del momento di recessione economica e di privazione della libertà personale degli italiani, ma al momento sono frutto di calcoli sconosciuti su numeri non verificabili. A fronte alle richieste arrivate da più parti, abbiamo avuto o non risposte o risposte insignificanti. Come quella dell’ISS che ha invocato il diritto alla privacy. Una motivazione che però non sta in piedi, perché non si tratta di informazioni personali, ma ben più ampie. Informazioni chiaramente non da condividere con chiunque ma a enti e istituzioni riconosciute”. 

“In occasione dell’ultimo DPCM il Presidente del Consiglio Conte aveva pubblicamente assicurato che i dati sarebbero stati messi a disposizione della comunità scientifica – ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla salute-. Dovrebbero essere aperti e disaggregati per consentire alla comunità scientifica gli studi necessari. C’è stato un un accordo in base al quale l’ISS fornirà i dati (quali?) esclusivamente all’ Accademia dei Lincei.

Non si comprende perché escludere altri accademici, università e centri di ricerca. È inoltre indispensabile che siano realizzate indagini statistiche ricorrenti con poche migliaia di test rapidi su un campione rappresentativo della popolazione. Questa è l’unica maniera per avere una fotografia affidabile di come si sta comportando l’epidemia nel nostro Paese senza aspettare i dati che arrivano in ritardo dalle Regioni. Una proposta fatta 8 mesi fa insieme a due ex Presidenti dell’ISTAT, Giorgio Alleva e Alberto Zuliani, e che come Associazione Luca Coscioni abbiamo inviato nuovamente al Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri Speranza e Azzolina”.