Cappato commenta: “Continueremo a pubblicare i dati fino a quando il presidente Conte non avrà mantenuto l’impegno a condividerli”
A questo link dati disaggregati in formato aperto su morti in Lombardia e contagi in Toscana
A poche ore dalla creazione della piattaforma di whistleblowing CovidLeaks, promossa dall’Associazione Luca Coscioni sono arrivati i primi dati sulla pandemia, tramite segnalazioni anonime. I dati sono poi stati pubblicati online, in modalità aperta e ulteriormente anonimizzata, a disposizione della comunità scientifica, data journalists, ricercatori e chiunque voglia utilizzarli per analisi indipendenti. Un’azione volta a sottolineare l’importanza di avere a disposizione dati aperti, finora ancora non condivisi dalle Istituzioni, per conoscere l’effettivo stato della pandemia nel nostro Paese.
I mittenti whistleblower affermano che si tratta di alcuni dati sulla diffusione del virus in Lombardia e in alcune zone della Toscana, allegando alcune comunicazioni interne alle autorità sanitarie finalizzate a comprovarne l’origine. In particolare, le tabelle sulla Lombardia si riferiscono ai dati di giugno sulle prime 16.318 morti nella regione e riportano al massimo grado di dettaglio possibile – cioè a livello individuale – informazioni sulle persone decedute: per ciascuna è specificato sesso, età, comune di residenza, comorbilità per tipologie di malattia e presenza o meno di altre patologie oncologiche.
Le tabelle sulla Toscana, invece, riportano per ciascuna delle 1007 persone sottoposte a tampone in una Usl: sesso, età, residenza, unità sanitaria di provenienza e di analisi, eventuale convivenza o familiarità, date precise di presa in accettazione e di validazione. Tutti questi dati – insieme ad altri già noti – sono stati segnalati in formato aperto, e dunque potenzialmente utilizzabili dalla comunità scientifica.
“Sono passate quasi quattro settimane da quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la decisione del governo di condividere i dati con la comunità scientifica. È da 9 mesi che gli scienziati italiani lo chiedono a gran voce per poter condurre analisi indipendenti, ad esempio per cercare correlazioni incrociando alcune caratteristiche (come età, sesso, residenza, comorbilità) delle persone con altri fattori demografici e ambientali”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, “noi continueremo la nostra azione con la piattaforma Covidleaks a ricevere e pubblicare segnalazioni, ma è evidente che per avere dati disaggregati e in formato aperto su scala nazionale e consentire agli scienziati di effettuare sistematicamente ricerche indipendenti servirebbero i dati aggiornati in tempo reale e certificati dalle Agenzie di Tutela della Salute, dalle Regioni, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Governo. Solo così gli scienziati potrebbero avere quelle garanzie di integrità, accuratezza e tempestività che le segnalazioni anonime non possono adeguatamente fornire”.
L’Associazione Luca Coscioni precisa che i file pubblicati sono copie dei file segnalati anonimamente a Covidleaks (i riferimenti che avrebbero potuto far risalire a identità personali sono stati eliminati). Trattandosi di file anonimi, non ci è possibile garantire l’integrità dei dati. La nostra richiesta è infatti che siano le istituzioni a liberare tutti i dati.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.