Contro la disinformazione sull’epidemia di Xylella fastidiosa

“Contro la disinformazione sull’epidemia di Xylella fastidiosa

La comunità scientifica ha da anni chiarito che la difesa da Xylella fastidiosa, batterio polifago che sta infliggendo danni enormi all’olivo in Puglia, passa attraverso una serie di misure di contenimento che prevedono in talune circostanze la distruzione degli olivi infetti e la lotta al vettore, la cicalina Philaenus spumarius, in attesa che le sperimentazioni di varietà resistenti e di altri approcci scientifici al problema portino frutti consolidati.

Sebbene tale concetto stia vedendo finalmente convergere le prese di posizione ufficiali, una variegata e vociante minoranza, immemore degli anni di dibattito che hanno inutilmente rallentato l’adozione delle misure necessarie favorendo così la diffusione dell’epidemia, propone tuttora tesi infondate e che da un lato ripropongono fantasiose teorie del complotto e dall’altro paventano rischi catastrofici per la salute e l’ambiente nel caso in cui venissero adottate le misure di contenimento proposte dalla comunità scientifica e previste dalla legge.

Recentemente tale disinformazione, appoggiata da una martellante pur se minoritaria campagna stampa, è giunta a contagiare anche alcune istituzioni, con rappresentanti eletti del popolo italiano che si sono prodotti in un deplorevole tiro al bersaglio nei confronti dei ricercatori e proprio di chi si è più speso per cercare di contrastare le bufale e le teorie complottiste sparse ad arte sul batterio, sull’epidemia, sui ricercatori stessi e sulle istituzioni scientifiche.

A ciò si aggiunga che, pur se costretta ad archiviare le precedenti accuse rivolte proprio nei confronti dei ricercatori pugliesi più impegnati nel contrasto dell’epidemia, la magistratura di Lecce ha reiterato alcune affermazioni prive di fondamento scientifico e da tempo smentite, con la conseguenza di appannare ancor più l’immagine della ricerca pubblica impegnata sul tema della Xylella fastidiosa.

«Il caso Xylella è un esempio da manuale di come l’ambiguità da parte di alcuni mezzi d’informazione e dei rappresentanti istituzionali abbia alimentato credenze fasulle che hanno già arrecato danni immensi all’agricoltura e all’economia della Puglia» dichiara Marco Cappato, leader e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. «Siamo dunque a fianco degli scienziati che si mobilitano per impedire che tale danno si aggravi ulteriormente mettendo il metodo scientifico al servizio della democrazia e del benessere di tutti i cittadini. La loro voce va ascoltata e le loro indicazioni seguite, senza cedere alle sirene del complottismo».

Per questo, il gruppo informale SETA (Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura) ha promosso una petizione che ha raccolto oltre 1100 adesioni fra ricercatori del settore, agronomi, medici, scienziati, giuristi, amministratori locali, politici impegnati sul territorio, associazioni di categoria e di settore, organizzazioni professionali e comuni cittadini che hanno deciso di far sentire la propria voce, aderendo ad un appello che, nel ribadire la propria fiducia alla comunità scientifica e ai singoli ricercatori impegnati contro la Xylella, nonché nel manifestare apprezzamento per la gran parte delle forze politiche che sembrano aver colto la reale dimensione e reale gravità del problema.

Insieme all’Associazione Luca Coscioni, che da sempre si batte per i ricercatori e la ricerca – e a cui va il nostro ringraziamento più sentito – ci impegniamo a far sentire la voce di chi, comprese alcune prestigiose istituzioni di ricerca italiane, ha scelto di scendere in campo per difendere la scienza e denunciare la cattiva informazione.

Per contatti sulla petizione contro la disinformazione sull’epidemia di Xylella fastidiosa promossa da SETA rivolgersi al responsabile, Enrico Bucci, PhD, bucci@shro.org, telefono 338-5386493

SETA (Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura) – Una nuova associazione di cultura scientifica per raccontare l’agricoltura di oggi e di domani

Parlare di innovazione in agricoltura è un dovere imprescindibile per il benessere dell’Umanità e per le future generazioni.

L’innovazione deve essere declinata a livello di genetica di piante coltivate e animali domestici, di tecniche colturali e di allevamento, di organizzazione delle imprese e delle filiere agro-alimentari e dev’essere valutata quantitativamente sia per gli effetti in termini produttivi (quantità e qualità dei prodotti), sia per le ripercussioni in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Innovare significa mirare a un’agricoltura integrata che inglobi armonicamente le nuove tecnologie.

Per promuovere una tale prospettiva nasce il gruppo informale SETA (Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura) che si basa su un tessuto di relazioni di gente libera che ha come denominatore comune la fiducia nel metodo scientifico e nella capacità di risolvere i problemi.

Per contatti con SETA rivolgersi al coordinatore, Prof. Luigi Mariani, luigimariani957@gmail.com, telefono 329-7027077