Fine Vita: “Bene approvazione alla Camera, ma al Senato indispensabile superare discriminazione tra malati”

Nonostante i passi indietro della proposta di legge rispetto alla sentenza ‘Cappato’ della Corte costituzionale e la bocciatura degli emendamenti per una piena legalizzazione dell’eutanasia, l’approvazione del testo alla Camera rappresenta un passaggio positivo.

Finalmente il Parlamento dà segno di voler provare ad assumersi le proprie responsabilità. Non sarebbe mai accaduto senza il coraggio di persone come Piergiorgio Welby, Fabiano Antoniani e Davide Trentini, che resero pubblica la loro scelta, senza le disobbedienze civili e senza 1.240.000 persone che hanno firmato il Referendum Eutanasia Legale facendo emergere una profonda consapevolezza e volontà popolare.

“Non ci facciamo illusioni”, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, “siamo ben consapevoli della difficoltà che rappresenta il passaggio al Senato, nonché degli effetti discriminatori del testo nella versione attuale, che esclude dalla possibilità di accedere all’aiuto a morire i pazienti non tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale (come ad esempio solitamente sono i malati terminali di cancro e alcune malattie neurodegenerative). È per questo indispensabile che la legge sia immediatamente calendarizzata al Senato e per questo ci mobiliteremo nelle piazze  italiane dall’8 al 10 aprile. Al Senato sarà poi necessario superare le odiose discriminazioni previste dalla legge così come approvata in prima lettura dalla Camera. Ci appelliamo ai gruppi che hanno votato a favore perché immediatamente iscrivano all’ordine del giorno la legge, in modo da accelerare il necessario processo migliorativo di un testo che riprenda quanto sancito dalla Consulta, rispondendo all’invito di tutelare le persone più fragili e -aggiungiamo noi sulla base dell’esperienza quotidiana dell’Associazione -non si discrimini chi oggi non rientra nelle condizioni previste dal testo uscito dalla Camera.

In ogni caso, noi continueremo le nostre azioni nonviolente di disobbedienza civile in aiuto a quei malati esclusi dal diritto di essere liberi di scegliere fino alla fine della loro vita”.