Martedì 19 maggio si è riunito per ultima volta il Consiglio Comunale di Tolmezzo, perché, come è noto, a Tolmezzo ci sono oltre alle Europee, anche le amministrative. All’ordine del giorno c’era anche la discussione sul registro del Testamento biologico. Inutile dire che, con la precisione di un orologio rotto, la giungla delle satrapie burocratiche si è appellata al comma 5 dell’articolo 38 del T.U. degli enti locali (DL 18/8/2000 n. 267) che stabilisce che i Consigli Comunali e Provinciali durino in carica sino alla elezione dei nuovi limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili.
Certo, non può esistere una precisa elencazione degli atti che possono, con assoluta certezza, classificarsi come urgenti ed improrogabili, tuttavia evitare in questo modo di doversi esprimere sul registro del testamento biologico è quanto mai pavido e disonorevole. Come sempre accade in questi casi, per celare un comportamento così infame e pusillanime è stato necessario farsi aiutare da qualche acchiappagarbugli di turno il quale con audace e baldanzosa esegesi della legge, decide di non decidere (come poteva essere altrimenti?) rimandando la patata bollente al prossimo consiglio che si insedierà.
Soltanto il consigliere Adriano Rainis, ha preso la parola per protestare con quanto stava accadendo per poi abbandonare l’aula, non intendendo assistere, dopo quella dimostrazione pilatesca, alla rituale festa di commiato che il consueto gruppo di cicisbei cortigiani si accingeva a predisporre assieme a decerebrati leccapiedi che fanno la gioia della partitocrazia per il loro consenso incondizionato maturato in anni di schiene curve, che impediscono, evidentemente, di far cosa dritta.
Stefano Barazzutti