Si potrà sapere con precisione solo fra mesi o anni perché la perdita della protezione, sempre che avvenga, tanto impiega. Ma qualche indicazione si potrebbe già ricavare. Al 30 aprile 2020 (otto mesi fa) erano guarite dal virus circa 76.000 persone.
Una buona parte di esse probabilmente è stata sottoposta durante le cure a prelievo di sangue ed è possibile che qualche centinaio almeno di quelle provette siano ancora nei freezer degli ospedali. Sarebbe utile dosare il livello anticorpale in quei campioni di otto mesi fa e su campioni prelevati adesso. Penso che non pochi ex-pazienti sarebbero interessati a sapere se sono ancora protetti e disponibili a ri-sottoporsi adesso ad un semplice prelievo di sangue di controllo. Piccole diminuzioni del titolo anticorpale avvenute nel corso di questi otto mesi se osservate su decine o addirittura centinaia di pazienti diventano dati precisi ed affidabili se analizzati da uno statistico esperto e possono anche indicare la velocità nel tempo della eventuale diminuzione degli anticorpi protettivi. Si potrebbe quindi avere una stima di quando il livello anticorpale si ridurrà al punto tale da rendere necessaria una somministrazione di vaccino per rialzarlo.
In questo inizio di campagna vaccinale non viene proposto a chi si sottopone alla vaccinazione di controllare il livello anticorpale fra qualche mese o anno, ma sicuramente andrà fatto anche quello.

Guido Frosina si è laureato in Scienze Biologiche presso l’Università e la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1981. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Genetica presso l’Università di Ferrara nel 1987. Ha svolto ricerche in campo oncologico presso l’Institut Gustave Roussy – France, l’Imperial Cancer Research Fund – UK e dal 1987 è Dirigente Sanitario presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Si occupa attualmente di radioterapia dei tumori cerebrali e di qualità ed integrità della Ricerca.