La notizia è che Lourdes ha chiuso. Lo storico santuario che, si dice(va), per oltre 150 anni essere stata l’ultima spiaggia per la cura di malattie a volte incurabili, ha chiuso battenti. A dirlo è facile ma a volere essere intellettualmente onesti le implicazioni sono devastanti. Ha detto che no: le sacre piscine, quelle che in realtà per decenni hanno impunemente diffuso migliaia di malattie tra gli avventori tramite la tanto ancestrale quando poco igienica procedura del bagno nelle acque miracolose, non servono a combattere il Coronavirus.
Singolare decisione visto che diversi anni fa, come riportato anche dal sito www.papaboys.org in un articolo del 2018, la biologa Enza Cicciolo dichiarò che dopo avere compiuto “un esame spettroscopico [delle acque], constatai che in quell’acqua erano presenti tutte le frequenze della luce, cosa che non si riscontra mai nelle altre acque.” (sic!) Quello che sappiamo è che nel 2015 la dottoressa venne condannata per abuso della professione medica mentre venne assolta dall’accusa di truffa per avere miscelato le acque provenienti da vari santuari e proposto la miscela come cura per diverse malattie.
Per quanto assurdo e al limite della decenza, tutto questo in tempo di Coronavirus sembra non importare più.
Nel momento del reale bisogno si abbandonato rosari, oroscopi, omeopatici, posizioni antivax, anti antibiotici, messe, quaresime, digiuni di padre pio, fioretti e solidarietà a comando, per affidarsi alle tanto odiate funzioni esponenziali e analisi di laboratorio, di cui in tempo di pace si fa fatica a comprendere l’utilità e prima ancora la bellezza.
Poco importa se il legame alla religione e in senso più ampio alla superstizione sia dovuto a coincidenze geografiche, ignoranza (status), senso di appartenenza, pudore della verità, paura della morte, o fastidio ad ammettere di essersi sbagliati per una vita.
Che si sia oroscopari o credenti della domenica o del venerdì, sostenitori di medicine alternative ma fuori dal controllo-dei-poteri-forti l’approccio in tempo di pace è sempre lo stesso: sussiego immotivato e frasi del tipo “ma quindi tu credi solo nei teoremi e nelle provette?”. Sì esatto!
Ma ora coerenza e coraggio vorrebbero che si facesse a meno del ricorso alla scienza e si puntasse dritto verso i Pirenei nonostante la chiusura del santuario, o che si cominciasse la cura con Oscillococcinum 7-volte-al-dì-per-7-anni o che visto che si è del capricorno è inutile curarsi tanto il destino è nelle stelle, o già da ora rinunciare al vaccino per le note ragione dei tempi scorsi.
Serviva un virus nuovo per capire l’importanza della scienza e l’intralcio dell’ignoranza.
Serviva un virus nuovo per abbandonare retaggi e procedure e riti che esistono e insistono solo in virtù di una potenza e prepotenza politica e non spirituale come tutte le potenze e le prepotenze a scapito dei più semplici e dei più deboli.
Serviva un nuovo virus per capire!
Nessuna preghiera, nessuna congiunzione astrale, nessuna diluizione: solo esponenziali e provette.
Vale la pena in questi momenti di grande confusione, garantire e garantirsi una informazione corretta, e quindi fare riferimento ai siti ufficiali dell’OMS o della protezione civile, oppure se si cerca un approccio interessante e didatticamente spendibile, al sito www.cattiviscienziati.it dove da diversi giorni è possibile trovare contributi del prof. Enrico Bucci, professore di Biologia presso la Temple University di Philadelphia, insieme al prof. Enzo Marinari, fisico della Sapienza di Roma, e con la supervisione e l’aiuto del prof. Giorgio Parisi, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Con l’auspicio che, presto, uno o più laboratori possano predisporre una cura e/o un vaccino che renda migliore la vita di chiunque ne faccia richiesta: l’unica vita che abbiamo, e ci è chiaro, altrimenti non si comprenderebbe il morboso attaccamento.
Di seguito il link della conversazione tra Marco Perduca ed Enrico Bucci pubblicato pochi istanti fa.
Giuseppe Di Bella è consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni. È insegnante di matematica e fisica. Ha studiato Matematica presso l’Università degli Studi di Messina e, nell’ambito del progetto Erasmus, presso la National University of Ireland di Galway. Si è perfezionato in didattica della matematica, didattica della fisica e applicazioni didattiche della geometria piana e solida. Ha partecipato all’ITP del Cern di Ginevra. Nell’Associazione Luca Coscioni ha lavorato per la campagna Eutanasia Legale, Legalizziamo e ha promosso la raccolta firme per il registro dei testamenti biologici nel proprio Comune che poi ha portato all’approvazione in Consiglio Comunale. Coordina il progetto SCOLAR-MENTE dell’Associazione Luca Coscioni. Nel maggio del 2018 ha fondato, con altri cittadini,la Sede Territoriale dell’ALC “Pomezia Senza Barriere” che lotta per l’approvazione del PEBA. Dal novembre 2019 la Sede Territoriale è diventata ufficialmente Cellula dell’Associazione Luca Coscioni. L’Assemblea degli iscritti alla cellula lo ha eletto presidente per l’anno 2020.