La legge C 14 approvata il 17 giugno 2016, che legalizza il suicidio medicalmente assistito (medical assistance in dying – MAID), è stata introdotta gradualmente nelle legislazioni delle varie province del paese ad eccezione dello stato di Nuova Scozia.
Dall’introduzione della legge i casi segnalati sono in continuo aumento fino a raggiungere i 4.235 nel 2018 (nel 2017 erano stati 2.704 i casi, ovvero un incremento del 57% sull’anno precedente). L’incremento del numero di casi è a mio avviso da attribuire a una maggiore conoscenza della legge, com’è accaduto nei paesi come Olanda e Belgio nei primi anni dopo la legislazione.
La legge prevede all’articolo 241.2 paragrafo 2 che possono accedere al suicidio assistito solo persone che si trovano in una condizione di sofferenze intollerabili e che la morte naturale è ragionevolmente prevedibile anche senza una diagnosi che indica il momento preciso del decesso.
In pratica i malati con sofferenze prevalentemente psichiche, senza che la malattia sia terminale, non hanno accesso al MAID. Non è che il governo, al momento dell’approvazione della legge, era ignaro di questa situazione.
Infatti, la legge prevede un riesame indipendente per le misure che riguardano minori maturi, richieste anticipate e malattie mentali come segue.
Articolo 9,1
- Il Ministro di Giustizia e il Ministro della Sanità devono, non oltre 180 giorni dall’approvazione della legge, iniziare un esame indipendente di questioni che riguardano richieste di minori maturi per il MAID, di richieste anticipate, e richieste dove la malattia mentale è l’unica condizione sottostante.
- Il Ministro della Giustizia e il Ministro della Sanità devono, non più tardi di due anni dalla data dell’inizio del riesame, portare all’attenzione del Parlamento, una o più relazione riguardante il riesame comprendente le conclusioni e le raccomandazioni.
Se mantengono la scadenza, il risultato del riesame sarà disponibile entro breve
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.