La Cooperativa Ultima Volontà – padrone di sé stesso (CLW) sta portando, in tribunale lo stato olandese, congiuntamente con 30 cittadini, per consentire il suicidio umano.
➡ Il passato
Nel 2017 la CLW ha iniziato la ricerca di un prodotto “il mezzo X”, che consentiva una morte umana, veloce e indolore. Il vero nome del prodotto X non era mai pubblicato a quei tempi.
L’intenzione era di distribuirlo solo tra i soci, utilizzando una piccola cassaforte apribile con una chiavetta o utilizzando l’impronta digitale del socio. In questo modo si pensava di prevenire che il prodotto non finisse nelle mani di persone che ne potevano abusare. L’unica condizione era, oltre ad essere soci da almeno sei mesi, il consiglio di redigere una “dichiarazione per quanto riguarda l’agire autonomamente nel caso di suicidio sotto la propria regia”.
Al momento della notizia sull’esistenza di un prodotto con il quale si può suicidarsi, la CLW contava 12.000 soci, che sono cresciuti a 35.000 in pochi mesi, tanto per capire quante persone desideravano di avere in casa un mezzo che consentiva di terminare la vita quando soffrivano insopportabilmente oppure erano stanche di vivere, condizione che nei Paesi Bassi non entra nello scopo della legge che legalizza l’eutanasia e l’assistenza al suicidio. Intanto, nel 2019, è stato presentato un disegno di legge che dovrebbe consentire alle persone, oltre 75 anni, di chiedere l’eutanasia nel caso della stanchezza di vivere. Finora il disegno di legge non è stato calendarizzato e secondo una fonte vicino al governo non è prevedibile che ciò avverrà a breve.
Importante in questo contesto è la conclusione di un rapporto pubblicato dalla Commissione vita compiuta, pubblicato nel gennaio 2016 cioè che l’eutanasia o l’assistenza al suicidio per la stanchezza di vivere si inquadrano nella legge in vigore, che quindi non è necessaria la sua modifica. Inoltre, si tratta di poche persone (1.000) che avrebbero il desiderio permanente di morire. Detta conclusione è stata oggetto di feroci critiche sia dalle organizzazioni pro-eutanasia ma anche da una parte della società civile.
Subito all’inizio della distribuzione è intervenuto la Procura Generale che ha informato la CLW che la distribuzione e il possesso del mezzo X erano illegali e conseguentemente la CLW ha sospeso la distribuzione.
Analizzando alcuni fonti*, consultabile in Internet non era difficile capire di quale prodotto si trattava, cioè una sostanza chimica “sodio azide”, estremamente tossico. Ha un effetto sugli organi che dipendono direttamente dall’ossigeno come il cuore e il cervello. L’effetto è lo stesso del monossido di carbonio. Il prodotto è utilizzato negli ospedali e nei laboratori come biocida – inibitore della crescita di batteri e funghi.
➡ Oggi
Perché la CLW vuole sfidare lo stato olandese? Il motivo principale è che il diritto fondamentale per poter decidere sul destino della propria vita, “e quindi anche sulla fine della propria vita”, ha detto Jos van Wijk, Presidente della CLW, non viene rispettato all’emittente pubblico NOS Radio.
“Sebbene tale diritto fondamentale sia sancito anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Così facendo, lo Stato agisce illegalmente nei confronti dei 30 ricorrenti e della cooperativa, ma anche contro di voi e contro tutte le altre persone”. Secondo van Wijk, nei Paesi Bassi è impossibile dare assistenza, come parente stretto, in caso di suicidio. Né ci sono mezzi disponibili per terminare in modo umano la vita.
Van Wijk ha detto che il disegno di legge, per le persone over 75 anni e stanche di vivere, prevede l’intervento di un medico e di un consulente, l’accompagnatore fine-vita, per decidere se qualcuno può porre fine alla propria vita. Per la CLW non è accettabile.
“Non vogliamo avere nulla a che fare con gli altri che riguarda il nostro desiderio di morire. Sta a te la decisione. Abbiamo il sostegno di almeno 6 olandesi su 10 che ritengono che la regia sulla propria vita dovrebbe essere possibile e plasmata. CLW vuole anche che le persone con un desiderio di morire di età inferiore ai 75 anni siano in grado di farlo nel modo più sicuro possibile.
La CLW intende organizzare, insieme con i ministeri competenti, una prova per mappare come il suicidio umano possa essere organizzato in sicurezza. Si analizza anche come il mezzo necessario per suicidarsi possa essere prodotto, conservato e fornito in modo sicuro. “Se ti prendi cura della sicurezza correttamente, togli molte argomentazioni dalle mani degli avversari e dai loro nuovi argomenti per cambiare idea”, ha detto Van Wijk.
Pensa che alcune delle persone che hanno un desiderio di morire potrebbero non usarlo quando hanno un mezzo umano e sicuro a disposizione. “Questo dà loro tranquillità, e nuova energia per affrontare le difficoltà quotidiana e impedisce tutti quegli orribili suicidi. Cinque persone al giorno che si uccidono in modo orribile, nessuno lo vuole. Questa tesi è confermata dai rapporti annuali sui casi di suicidio medicalmente assistito di alcuni stati americani come l’Oregon. Le leggi prevedono che la sostanza letale viene, dietro prescrizione medica, consegnata al malato stesso che l’auto somministra quasi sempre in presenza di un medico o infermiere. Risulta che circa 25% delle consegne non è stato utilizzato.
*Fonti
- CLW: rapporto sui mezzi dell’ultima volontà – settembre 2019 (parzialmente in inglese e olandese) e disponibile solo per i soci.
- Commissione Europea – Recommendations from the Scientific Committee on Occupational Exposure Limits for Sodium Azide SCOEL/SUM/51 September 2009
- International Journal of Toxicology: Human Health Effects of Sodium Azide Exposures. 2003
- Periodico Olandese di Medicina – Autointossicazione con “la polvere del suicidio” 2019 (in olandese)
- NOS – radio pubblico olandese
- Newsletter di EXIT International
Olandese di nascita e italiano di adozione. Attualmente è membro della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni. Una carriera professionale come revisore contabile e successivamente come consulente aziendale. Dopo la sua decisione di terminare la carriere professionale, si è dedicato al volontariato. Da più di 40 anni è socio dell’Associazione Olandese di Fine-vita Volontario (NVVE). Circa 5 anni fa, dopo l’ennesima “fake-news” sull’eutanasia in Olanda, ha deciso di pubblicare un saggio, frutto di circa 3 anni di ricerca, sulla legislazione olandese e la sua applicazione. Nel 2017 pubblica “Libertà di decidere – fine-vita volontario in Olanda”. Attualmente è rappresentante dell’Associazione Luca Coscioni alla Word Federation of Right to Die Societies.