Un gregge di pecorelle smarrite nelle lotte di potere

Curzio Maltese

Che cosa vuole davvero oggi la Chiesa dall’Italia? E perché la politica, il governo Berlusconi e la maggioranza di destra anzitutto, ma anche pezzi di nomenklatura del centrosinistra, sembrano disposti a darle tutto, contro la volontà di una schiacciante maggioranza d’italiani? Sono le domande che stanno dietro alle vicende di questi mesi, troppo assurde all’apparenza. Soltanto in Italia poteva passare una battaglia contro il testamento biologico, in controtendenza rispetto all’intero mondo

e alla sensibilità dei cittadini. Una legge voluta soltanto dal Vaticano, votata dalla maggioranza senza un barlume di dibattito liberale. Nel nome di profondi valori cristiani e di corsa, per non perdere tempo, fra un festino e un dopo cena con un’aspirante velina. Ma appoggiata anche da alcuni cattolici del centro- sinistra, che lavorano alacremente alla catastrofe del Pd, in modo da poter poi passare a destra senza rimpianti. È chiaro che si tratta di una vendetta, come si evince dal commento delle gerarchie vaticane. «Ora un caso Englaro non sarà più possibile». Non sarà più possibile negare Il potere di vita e di morte del Vaticano. In pubblico, almeno. Perché in privato, naturalmente, si continuerà a fare come sempre, evitando ai propri cari l’umiliazione di una vita artificiale imposta.

Non ci sarà più un caso Englaro, nel senso di un padre che rivendica apertamente il diritto naturale e costituzionale a fare quanto gli altri cittadini meno coraggiosi sono costretti a combinare di nascosto dai preti e dalle leggi di uno Stato di servi. Lo scopo di tutto questo non è di salvare le finte vite di malati terminali o in coma irreversibile. Ma di salvare il potere della Chiesa sulle vite dei parenti, padri, figli, di tutti. Attraverso il metodo secolare della riduzione dei cittadini a gregge, pecorelle smarrite, pargoli bisognosi di un padre onnipotente. Nelle democrazia che trattano i cittadini da adulti responsabili questo non è possibile, morale, popolare. In Italia, al contrario, è facilissimo. I cittadini fanciulloni protestano un pò, poi borbottano per una settimana e in capo a dieci giorni sono già rassegnati e perfino contenti. Contenti di votare uno che li prende per i fondelli da quindici anni. Contenti di votare altri che non rappresentano una vera opposizione. Contenti, quasi tutti, di correre allegramente alla catastrofe. Tranne irriducibili gruppi di minoranza sempre più indignati, stanchi di vivere in un Paese governato da vecchi mai diventati adulti.