Non solo per il contenuto ma anche per il metodo (una decisione che arriva a pochi giorni dalla formazione del nuovo governo), piovono critiche da Pdl e L’udc al ministro della Salute uscente, Livia Turco, che ha emanato le nuove linee guida per la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (pma). Consensi invece vengono dall`area di centrosinistra, anche se quelli radicali sono «limitati» perché avrebbero voluto modifiche ampie della stessa legge. Ma si esprimono in controtendenza nel Pd Emanuela Baio e Paola Binetti, osservando che la diagnosi preimpianto «appare in contraddizione con la ratio dell’articolo 1 della legge».
Così facendo, sottolineano, «si stravolgono le finalità della legge che ha come obiettivo quello di rispondere al desiderio di paternità e maternità di coppie sterili o infertili». Le due parlamentari del Pd apprezzano però il sostegno psicologico assicurato alle coppie che ricorrono alla pma. La neoletta deputata del Pdl Eugenia Roccella considera le nuove linee guida «il regalo postumo di un governo già sfiduciato dal Parlamento».
I nuovo testo, argomenta, «cerca di aprire dei varchi interpretativi nella legge, per consentire la selezione genetica degli embrioni e l’estensione a coppie non infertili». E il criterio di «sterilità di fatto» adottato è «ambiguo» e «potrebbe ampliarsi fino a comprendere ogni situazione in cui ci sia impossibilità fisica di concepire». Parla di «scorrettezza» istituzionale, sempre nel Pdl, Alfredo Mantovano, ma anche «sostanziale» allorché «si introduce la diagnosi preimpianto, cioè lo strumento tecnico per selezionare in base alle preferenze chi nascerà». Secondo Mantovano «fra i primi compiti del nuovo esecutivo dovrà esserci anche quello di riparare quest`ultimo danno». Concorda Antonio Mazzocchi dell’esecutivo di An. «Ragioneremo sull’opportunità di modificare immediatamente le linee guida», insiste Isabella Bertolini sempre nel Pdl.
«Presenteremo una mozione che impegnerà il prossimo governo a ritirarle», assicura il leghista Massimo Polledri. Ancora nel Pdl Laura Bianconi si scaglia contro «un decreto che di fatto stravolge un principio cardine di una legge voluta fortemente dagli italiani, che l`hanno approvata anche con un referendum». «Lino sgarbo politico», osserva nello stesso partito, Domenico Di Virgilio, «alla vigilia dell`insediamento del nuovo governo e di un nuovo ministro della Salute che potrebbe anche non condividere e quindi modificare totalmente le suddette linee guida».
Scorretto, aggiunge, è che la Turco non ha tenuto «in alcun conto le sentenze della Corte Costituzionale, e andando in contraddizione anche con quanto chiaramente espresso dalla legge». «Un colpo di mano del ministro», secondo Antonio Tomassini, sempre del Pdl, che sostiene che a mettere a punto le nuove linee guida è stato «un gruppo di esperti che il ministro si è nominata da sé».
Ad augurarsi che «il prossimo ministro abroghi immediatamente queste linee guida che dimenticano il risultato del referendum», è anche la responsabile famiglia dell`Udc Luisa Santolini, che accusa la Turco di fare «scientemente un uso strumentale di sentenze che vanno contro lo spirito e la lettera della legge.
La diagnosi pre-impianto apre scenari di selezione eugenetica, che è proprio quel che la legge voleva impedire». «Un decreto inqualificabile», concorda nello Scudocrociato, Luca Volontè, che invita il nuovo ministro a ritirare le linee guida, e alla vigilanza anche in questa legislatura dell`Intergruppo parlamentare "Persona e Bene comune" che «potrà continuare a svolgere la propria attività a favore dei valori "non negoziabili" grazie alla presenza trasversale di molti cattolici sia nel centrodestra che nel centrosinistra». <