Caro direttore, alla Camera presto tornerà a essere discusso il testo sul testamento biologico, già licenziato dal Senato. Il Pdl può contare sull’apporto dell’Udc e di diversi deputati ex popolari del Pd per far approvare una legge severissima, che, rendendo imprescindibili l’alimentazione e l’idratazione artificiali, nei fatti s’impossessa dei corpi dei cittadini. “Vogliono rendere obbligatoria la vita artificiale”, lamenta Umberto Veronesi. La tecnologia può essere la salvezza dell’uomo, ma l’abuso della medicina tecnologica, in certuni casi, può sortire effetti indesiderati, può lambire campi di accanimento terapeutico. Al soggetto dovrebbe essere sempre garantita la libertà di scelta, dando a esso la possibilità di decidere l’impiego o meno dei vari trattamenti sanitari di sostegno.
Il senatore Veronesi avanza una proposta interessante, di rilievo: “Meglio nessuna legge. Ora come ora, applicando la Convenzione di Oviedo firmata anche dall’Italia, il testamento biologico troverebbe comunque il suo rispetto e la sua applicazione. Basta un notaio”. Perché avere paura di concedere al soggetto spazi d’intervento e gradi di libertà? Dare ad ognuno la possibilità mediante un consenso informato di stabilire la liceità di certi interventi medici o terapeutici, non è .forse sufficiente? Perché non avere fiducia nel senso di responsabilità della gente? Fare scelte determinanti non vuol dire necessariamente esprimere valutazioni ontologiche sulla vita. Si può anche accettare di interrompere le cure sanitarie e, al contempo, credere nella sacralità della vita umana.
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