(Sulla sperimentazione Geron) “Ma l’ esperimento resta oscuro, c’è un difetto di trasparenza”. Le perplessità di Elena Cattaneo, direttrice del laboratorio di biologia delle staminali a Milano

Questo episodio dimostra che la scienza ha bisogno di essere pubblica e molto più trasparente». E la reazione a caldo di Elena Cattaneo, docente dell`università dì Milano e direttrice del laboratorio di biologia delle staminali, in cui si fa ricerca sia su cellule adulte che embrionali. Perché sente mancanza di trasparenza? «Nessuno sa con esattezza in che cosa consista questa sperimentazione. La Geron ha iniziato a trattare il primo paziente dopo aver ottenuto il consenso da parte di un ente pubblico, la Food and Drug Administration, ma non ha reso pubblici i dettagli del suo studio. E invece per noi ricercatori i dettagli sono essenziali. Siamo abituati a far circolare le nostre informazioni tramite le riviste specializzate. E ognuno di noi, in qualunque parte del mondo lavori, deve avere la possibilità di riprodurre un esperimento altrui nel proprio laboratorio. Questo con la Geron non sta avvenendo». Loro hanno annunciato pubblicamente l’avvio della loro sperimentazione. Che cosa vi manca? «Ci mancano informazioni più specifiche su quale tipo di cellule stiano usando. Quella delle staminali è infatti una categoria molto ampia. E prima di essere iniettate nel paziente, le cellule devono essere istruite" per potersi sviluppare nel luogo giusto e nel tipo di tessuto giusto. Per noi sarebbe molto importante sapere che strategia hanno scelto alla Geron. Se i loro esperimenti daranno buoni risultati, saremmo molto felici di ripeterli anche da noi. E in generale, sarebbe più etico fare gli annunci pubblici alla fine delle sperimentazioni, con i risultati in mano, e non all`inizio».

 

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