Sulla frontiera della medicina

Federico Mereta

Una grave infezione nel 2007. Per fermarla non si può far altro che amputare piedi e mani. Poi le enormi difficoltà ad accettare le protesi bidigitali prensili che operano come una pinza sostituendo al meglio possibile l’azione della mano e delle dita, la lunga attesa in lista dal 2008. Nello scorso ottobre, presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, il trapianto di entrambe le mani, primo ad essere eseguito in Italia. E così, una casalinga di 52 anni di Busto Arsizio entra nella storia delle sostituzione d’organo, visto che è stata sottoposta dopo pochi mesi allo stesso, avveniristico intervento eseguito negli Usa, che ha segnato anche un’epoca nell’impiego dei social media, visto che l’operazione è stata seguita passo passo via Twitter. Sono passati solo dodici anni da primo trapianto di mano al mondo, eseguito in Francia nel 1998, che aveva visto protagonista nell’èquipe operatoria anche un italiano, Marco Lanzetta. È solo l’ultimo esempio dell’eccellenza che il nostro Paese sa raggiungere in campo medico e di come alcuni centri siano in grado di offrire risposte innovative ai bisogni di salute delle persone.

Sempre per rimanere nell’area dei trapianti, è di poche settimane fa il trapianto multiorgano eseguito dal team di Antonio Pinna, direttore dell’unità operativa Trapianti di fegato e multiorgano del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. I chirurghi sono riusciti a sostituire fegato, stomaco, pancreas, duodeno, intestino e colon, praticamente tutti i principali organi addominali esclusi i reni, per un sedicenne marchigiano vittima di un grave incidente stradale.
Solo qualche giorno prima, peraltro, un altro record era stato battuto all’Ospedale Bambin Gesù di Roma, che ha ospitato una "Destination therapy", ovvero una sostituzione definitiva di un cuore (l’organo naturale rimane al suo posto, ma le sue funzioni vengono assicurate da una macchina miniaturizzata). A un ragazzo di quindici anni che non poteva attendere a lungo un cuore nuovo gli specialisti del nosocomio pediatrico romano sono riusciti a dare un organo artificiale, che per la prima volta al mondo almeno per quanto riguarda gli adolescenti. Non bastavano i farmaci, non c’era tempo per attendere un trapianto e quindi si è impiegata un "pompa rotatoria idraulica" che come una turbina spinge il sangue nell’aorta, l’arteria che parte proprio dal ventricolo sinistro. Grazie alla sua attività non solo il sangue viene sospinto verso l’aorta, ma viene anche "aspirato" dall’atrio sinistro con una sola "turbina" impiantata nel punto centrale dell’attività cardiaca, appunto il ventricolo sinistro, quindi, si è riusciti a ristabilire una circolazione del sangue del tutto accettabile. Il cuore viene ricaricato quotidianamente grazie ad un "filo" che va a terminare dietro l’orecchio.
L’ultima buona notizia nella ricerca di base viene dai primi risultati pubblicati su PloS ONE del vaccino terapeutico per il trattamento dell’infezione da virus Hiv, che agisce sulla proteina Tat ed è stato messo a punto presso l’Istituto Superiore di Sanità. Grazie alla vaccinazione, somministrata in associazione ai farmaci antivirali, si ottiene non solo l’auspicata risposta in termine di produzione di anticorpi specifici nei confronti della proteina Tat e quindi verso il virus, ma anche un miglioramento dei parametri immunologici e quindi dell’attività del sistema difensivo dell’organismo.
Ai due fratelli Lorenzo e Alessandro Moretta, il primo direttore scientifico dell’Istituto Gaslini di Genova il secondo docente all’ateneo genovese, si deve una ricerca realizzata con i loro team che ha spiegato come alcune cellule riescano a governare il rapporto tra feto e madre evitando un "rigetto" a prescindere dalle oggettive differenze genetiche dei due organismi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science (Pnas). Ormai vicine alla sperimentazione clinica sono infine le ricerche sulle cellule staminali adulte condotte da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’Istituto di genetica Mendel di Roma e dell’Istituto Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che ha recentemente annunciato il via della prossima ricerca sull’uomo: nel 2011 dovrebbe decollare lo studio su pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, che prevede il trapianto delle staminali cerebrali nel midollo spinale. Nell’attesa ovviamente che altre ricerche offrano prospettive per malattie ancora in cerca di soluzioni efficaci, c’è sicuramente di che essere orgogliosi.

 

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