Staminali, chi finanzia e chi ricerca. Un affare per pochi.

di Eleonora Cirant
In Italia bisogna uscire dalle secche ideologiche dell’embrione-persona. E c’è un problema di trasparenza su chi approva e chi si aggiudica i progetti scientifici. Come Vescovi e Sirchia, astensionisti al referendum sulla legge 40

In Italia è difficile articolare un dibattito realistico intorno alle staminali l’embrione-persona è la cruna dell’ ago da cui pare debba passare il cammello della ricerca biomedica. Prova ne è il clamore sollevato dalla decisione del ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, di ritirare l’adesione al documento firmato dal precedente governo accanto a Germania, Polonia, Slovenia, Austria e Malta in cui si esprimeva la contrarietà a finanziamenti sulle cellule staminali embrionali.

Ieri il sì dell’ Europarlamento alla ricerca in questo campo è sicuramente un fatto positivo, ma la questione è tutt’ora aperta. Soprattutto in Italia. Un anno fa si concludeva la campagna per il referendum sulla procreazione assistita. Si parlò molto di ricerca scientifica e di cellule staminali, ma si persero di vista argomenti alquanto terreni il vil denaro. La trasparenza dei finanziamenti, l’accesso alle informazioni, la possibilità di processi partecipali nella ripartizione dei fondi sono altrettanti elementi di democrazia, prioritari per garantire etica nella scienza.Bella eticità , tanto decantata a parole quanto tradita nei fatti da parte di alcuni ferventi ‘militanti dell’ embrione’;

Prima di dare uno sguardo allo scenario italiano ed europeo, un ripasso.
Le cellule staminali sono cellule non differenziate, cioè non ancora specializzate in un particolare tessuto. Possono essere coltivate in vitro e riprodursi, dando vita o ad altre staminali, oppure a cellule dalle quali discendono le cellule differenziata (nervose, muscolari, del sangue, della pelle etc.}Possono essere totipotenti, pluripotenti e unipotenti, a seconda che diano luogo a tutti i tessuti, solo ad alcuni, o un unico tipo.

Sono unipotenti le cellule staminali adulte, già differenziate. Le fetali, prelevate da feti abortiti e le cordonali, dal cordone ombelicale, sono pluripotenti. Le embrionali si trovano, appunto, nell’ embrione. Sono totipotenti o pluriporenti, a seconda dello stadio di sviluppo dell’embrione.
La loro estrazione provoca la soppressione dell’embrione stesso. Il loro utilizzo è stato collegato alla legge sulla procreazione assistita attraverso il divieto, presente nella legge 40, ad utilizzare per la ricerca sulle staminali gli embrioni creati in provetta e non impiantati nell’ utero. (Ricordiamo che, nella specie umana, sono del 20% le possibilità di sopravvivenza di un embrione creato con processo naturale dentro il corpo. Non tutti gli embrioni creati in natura sono destinati a diventare esseri umani).

Le possibili applicazioni terapeutiche delle staminali nel campo delle malattie degenerative neurologiche, epatiche, cardiache, ematopoietiche aprono un campo di ricerca vastissimo.
In alcuni settori, ad esempio le malattie del sangue, la pratica medica è più consolidata.
In ogni caso, la ricerca è appena all’inizio. E’ ancora da definire quel che si può realisticamente fare con uno o con l’altuo tipo. Studiare le staminali embrionali aiuta a capire il funzionamento delle cellule e i processi di differenziazione cellulare e le dinamiche della malattia, a sperimentare i farmaci, riducendo il numero di cavie animali utilizzate. Benché le ipotesi di ricerca siano molteplici e intrecciate fra loro, si presentano come contrapposte la ricerca sulle staminali adulte e quella sulle embrionali, con il veto alla seconda.

Il fronte pro-legge 40 è compatto su questa posizione. Nel settembre 2005, Francesco Rutelli ha presentato un disegno di legge che prevede lo stanziamento di 50 milioni per lo studio delle sole staminali adulte. Secondo Rutelli l’Italia dovrebbe specializzarsi in questo settore. Rutelli è sul solco della “Commissione sulle staminali’ ; istituita nel 200l presso l’istituto superiore di sanità dall’allora ministro della Sanità, Sirchia. Compito della Commissione, coordinare la ricerca nel campo delle cellule staminali, formulare pareti e proposte in merito alla rete nazionale di banche di cellule staminali e all’ utilizzo clinico-terapeutico delle cellule raccolte, decidere la destinazione ai diversi progetti di ricerca di un finanziamento annuale.

Le sue vicende sono alquanto oscure. L’ultima richiesta di chiarimenti viene da un’interrogazione depositata ai primi di giugno presso il Ministero della salute, a firma di Donatella Poretti (Rosa nel Pugno). Leggiamo dal testo dell’interrogazione che «tale Commissione decideva l’erogazione di un finanziamento di 7,5 milioni di euro, da erogare nei tre anni successivi in tre progetti per la durata di un biennio; i tre bandi erano interamente dedicati a proposte di ricerche sulle staminali adulte (umane e da animali) e sulle staminali embrionali animali (escludendo quindi le embrionali umane) ; nel dicembre2002, scadeva il termine perla presentazione dei progetti al primo bando dedicato alla ricerca di base su le staminali e sarebbero poi seguiti gli altri due bandi, uno dei quali, si leggeva sul sito web dell’ istituto superiore di sanità, sicuramente dedicato alla creazione di banche di cellule staminali, attività di interesse di molti dei membri della commissione» . Nell’interrogazione si indica «il conflitto d’interesse che emergeva in riferimento alla composizione della commis-sione e alla presentazione di progetti da finanziare riconducibili direttamente o indirettamente a centri di ricerca cui appartengono gli stessi membri della commissione presentati dai componenti o ricercatori che lavoravano con gli stessi».

Ad esempio, il prof Angelo Vescovi è coinvolto nella vicenda sia come membro della Commissione sia come responsabile o corresponsabile di vari progetti finanziati Conosciamo Vescovi come scienziato tra i più fervidi sostenitori dellalegge40 (e dell’astensionismo al referendum). Tra i personaggi della storia incontriamo anche un altro militante della legge 40, Sirchia.

Lo ritroviamo in veste di presidente dell’Associazione amici del policlinico alla inaugurazione del Centro di risorse biologiche della Fondazione Ospedale Maggiore-Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano. Il Centro riunisce la Milano cord blood bank, la Cell factory ”Franco Calon, la Biobanca italiana, il Laboratorio di citometria e di epatologia sperimentale.
Lo dirige il prof. Rebulla, che faceva parte della suddetta Commissione. Qui dovrebbero essere raccolti gli embrioni “abbandonati” dai centri di fecondazione assistita di tutta Italia. La legge 40 e le successive linee guida prevedono infatti l’istituzione di un registro dei centri di fecondazione assistita e degli embrioni creati e la raccolta in un unico centro di quelli per cui «sia stato accertato lo stato di abbandono» . Cioè quando esista rinuncia scritta al futuro impianto da parte della coppia di genitori o della donna, o in caso di documentata impossibilità a rintracciare la coppia.

Il registro è stato approntato, si sta ultimando la raccolta dei dati Gli embrioni abbandonati risultano, ad oggi, 2169. Si trovano ancora nei centri dove sono stati creati. Chi si occuperà del trasporto degli embrioni da tutti i centri d’Italia a Milano? Che cosa ne sarà di questi embrioni una volta raccolti? Se il controllo democratico sarà pari a quello visto sin qui, abbiamo poco di che stare allegre, la conservazione degli embrioni abbandonati non è l’unico settore di competenza del Centro di risorse biologiche, che ha il compito di raccogliere caratterizzare, conservare e distribuire cellule, siero, acidi nucleici per la ricerca e la terapia.
Ricordiamo che il 10 maggio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’ordinanza che regola la conservazione del sangue da cordone ombelicale. Si vieta l’istituzione di banche private e si permette l’uso autologo (a vantaggio della donatrice stessa o consanguinei), prima vietato. li sangue del cordone è ricco di cellule staminali, importanti per la cura di gravi malattie del sangue (leucemia, anemia, talassemia, ecc).

Un ultimo accenno alla fantomatica Commissione sulle staminali la mancanza di trasparenza nelle procedure del primo bando ha suscitato fin dal 2003 richieste formali di chiarimento. A seguire, sono scomparse dal sito dell’Iss le informazioni relative ai progetti finanziati al primo bando.e la composizione della Commissione. Non sono a tutt’oggi disponibili informazioni né per il secondo, né per il terzo bando. Sbarrato l’accesso ai finanziamenti in patria, alcuni gruppi di ricerca italiani per seguono la strada europea.

Eurostemcell è un consorzio per la ricerca sulle staminali di origine embrionale cui partecipano 14 strutture (pubbliche e private) da Scozia, inghilterra, Svezia, Francia, Danimarca, Italia, Germania, Svizzera. Per l’Italia sono presenti l’Università dl Milano (con il Laboratorio di biologia delle cellule staminali e farmacologia delle malattie neurodegenerative, diretto da Elena Cattaneo), Embl (European molecular bìology laboratory) di Monterotondo, l’Istituto di ricerca sulle cellule staminali dell’Ospedale San Raffaele di Milano (di cui fa parte Giulio Cossu insieme al citato Angelo Vescovi). Eurostemcell rientra nel 6pq (Sesto programma quadro sulla ricerca), cioè il principale strumento per il finanziamento della ricerca in Europa.

Con la fine del 2005 si apre il ciclo settennale del Settimo programma quadro.
Il gruppo di Eurostemcell ha sollecitato l’attenzione sull’importanza della ricerca sulle cellule staminali embrionali con un documento del 29 maggio indirizzato alla Conmtissione Itre (Industria ricerca ed energia) . «Noi rappresentiamo la punta avanzata dei progetti paneuropei R&I (ricerca e sviluppo) iniziati nel 6pq per delineare i meriti a favore delle cellule embrionali fetali e adulte e per porre le basi per una medicina rigenerativa. Però questi investimenti stanno naufragando e il trasferimento di eccellenti basi scientifiche nella pratica clinica verrà a mancare se verranno poste restrizioni allo studio delle cellule embrionali umane del 7pq». La ricerca sulle adulte e ricerca sulle embrionali dovrebbero essere importanti ambedue ed indicate come vie complementari? Cosa comporta l’investimento sulla ricerca biotecnologica nel complesso delle politiche per la ricerca? Il nesso tra ricerca scientifica e applicazioni farmaceutiche apre la via ad ingenti guadagni.

Ma sapremo uscire dalle secche ideologiche dell’embrione-persona? Per giungere a linee d’indirizzo sulla trasparenza della ricerca e dei suoi finanziamenti, sull’individuazione di priorità. Affinché della torta si faccia banchetto per molti e non abbuffata per pochi.